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SOL LEVANTE
16/02/2024

A sorpresa il Giappone entra in recessione

Nel quarto trimestre 2023 il Pil si è contratto dello 0,4% su base tendenziale con le spese per consumi e delle imprese in calo rispettivamente dello 0,2% e delle 0,1%. La svalutazione dello yen contribuisce al sorpasso in retromarcia della Germania: anch’essa in recessione, supera però per valore il Pil nipponico e ruba a Tokyo lo scettro di terza economia mondiale. E la Borsa sale

Il Giappone entra inaspettatamente in recessione nell'ultimo trimestre del 2023 e cede il terzo posto alla Germania nella classifica delle maggiori economie mondiali. Il Pil nominale su base annuale - che tiene conto dei prezzi correnti - si è assestato a 591,5 miliardi di yen, equivalenti a 4.210 miliardi di dollari, rispetto al valore aggregato di 4.460 miliardi prodotti dalla Germania, che ha una popolazione pari a circa due terzi di quella giapponese e che in questo momento non attraversa peraltro un periodo economicamente florido. Il sorpasso era però previsto e, secondo gli analisti è dovuto in gran parte alla progressiva svalutazione dello yen rispetto al dollaro, quasi il 9% nel 2023, senza escludere fattori significativi come l'accelerazione del declino demografico e la produttività cronicamente bassa. La Borsa di Tokyo non ha peraltro mostrato reazioni negative. Anzi, in scia al trend delle ultime settimane e al buon andamento delle trimestrali, il Nikkei ha chiuso le contrattazioni in rialzo dell'1,2%, salendo oltre 38.000 punti e assestandosi ai massimi in 34 anni, grazie soprattutto ai titoli tecnologici.
Mantenutasi saldamente al secondo posto al mondo, dietro gli Stati Uniti a partire dal 1968, l'economia nipponica ha segnato una battuta d'arresto dallo scoppio della bolla economica, all'inizio degli anni '90, foriera di una crescita lenta, caratterizzata dal fenomeno della deflazione, con  l'impatto negativo sulla spesa dei consumatori e il prolungato rallentamento degli investimenti delle imprese. In base ai dati più recenti del ministero del Lavoro, tra il 1991 e il 2020 i salari in Giappone sono cresciuti di appena il 10% in termini nominali, ben al di sotto degli altri Paesi industrializzati. Inevitabile il sorpasso della Cina nel 2010, primo partner commerciale del Sol Levante e oggi minaccioso antagonista sotto il profilo strategico. Secondo i dati dell'ufficio di Gabinetto, tra ottobre e dicembre l'economia nipponica si è contratta dello 0,1% rispetto al trimestre precedente, e dello 0,4% su base tendenziale, con le spese per consumi e delle imprese in calo rispettivamente dello 0,2% e delle 0,1%, perdendo vigore a fronte di un rialzo costante dell'inflazione. 
"Il sorpasso della Germania dimostra quanto sia imperativo promuovere nuove riforme strutturali per rivitalizzare l'espansione", ha dichiarato il ministro per la Rivitalizzazione economica, Yoshitaka Shindo in una conferenza stampa. "Metteremo in atto tutte le misure politiche e fiscali per sostenere gli aumenti salariali e gettare le basi per una crescita economica sostenibile, guidata dalla domanda". Nonostante la debolezza dei consumi interni, l'export ha continuato ad aumentare con un incremento del 2,6%, grazie alla netta ripresa dell'industria del turismo, dal momento che le spese dei visitatori stranieri in Giappone vengono conteggiate come esportazioni nei dati del Pil. 
 

Autore: ANSA