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MATERIE PRIME
26/04/2024

Anglo American boccia l’offerta di Bhp

Il colosso australiano mira soprattutto al rame e ha proposto una fusione che valuta la concorrente 36 miliardi di euro. Troppo poco, secondo il board di Anglo American che giudica anche “poco attraente” la struttura della proposta. Il governo sudafricano è ostile all’operazione che dovrà anche passare al vaglio di diverse autorità antitrust. Intanto in Borsa a Londra il titolo sale ancora 

Scossone nel mondo delle materie prime. Bhp, il primo gruppo mondiale, un gigante da 120 miliardi di sterline di capitalizzazione di Borsa, sta cercando di mettere le mani su un altro colosso del settore, Anglo American, ingolosito dalle sue miniere di rame e ha lanciato un’offerta carta contro carta da 36 miliardi per arrivare alla fusione. A stretto giro, però, il board di Anglo American ha bocciato l'offerta che "sottovaluta significativamente" la società "e le sue prospettive future" e presenta una struttura "decisamente poco attraente", con connotati di "incertezza" e "complessità" e "significativi rischi di esecuzione", afferma il comunicato ufficiale. 
Le 25,08 sterline ad azioni messe sul piatto da Bhp, interessata a inglobare buona parte delle attività minerarie di Anglo American, a partire dalle miniere di rame, metallo strategico nella transizione energetica, non sono state ritenute sufficienti. Come non è piaciuta la struttura dell'operazione che prevede la distribuzione, prima della fusione, delle azioni delle controllate quotate, Anglo American Platinum e Kumba Iron Ore, agli azionisti di Anglo American, mentre alcuni business, come quello dei diamanti (De Beers), potrebbero essere dismessi. Fin dall’inizio alcuni analisti avevano sottolineato come l'offerta fosse insufficiente: Jefferies parlava di almeno 28 sterline per intavolare "serie discussioni", più di 30 nel caso in cui si facessero sotto altri pretendenti. "Anglo American è ben posizionata per creare valore significativo dal suo portafoglio di asset di alta qualità che sono ben allineati con la transizione energetica e con altri importanti trend della domanda", ha dichiarato il presidente Stuart Chambers.
Ora toccherà a Bhp decidere se alzare la posta o bandiera bianca. Il colosso australiano grazie alle miniere di rame di Anglo American diventerebbe il primo produttore mondiale del metallo rosso, con una quota di mercato di circa il 10% e una produzione annua superiore a 2 milioni di tonnellate. Gli ostacoli non mancano: da un lato il governo sudafricano, che attraverso il fondo pensione Pic è il primo azionista di Anglo American, ha fatto intendere di non gradire. Dall'altro, l'operazione richiederà un attento esame da parte delle autorità antitrust di diversi Paesi. Il profumo di soldi, intanto, attira gli investitori: il fondo Elliott, ha riferito Bloomberg, ha accumulato negli ultimi mesi una quota da 1 miliardo di dollari in Anglo American, approfittando delle quotazioni depresse del titolo. In attesa di capire come si schiererà il fondo di Paul Singer le azioni a Londra sono salite del 3,24%, dopo il +16% segnato con l’annuncio dell’offerta di Bhp.

Autore: ANSA