Focus On
La spesa record spinge i titoli della Difesa
Le guerre in Europa e Medioriente spingono la spesa globale per il settore della Difesa al massimo storico di 2.443 miliardi di dollari (+6,8%) nel 2023, l’equivalente del 2,3% del Pil mondiale. In Borsa i titoli del settore sono saliti del 68,7% contro il +34,8% dell’indice azionario mondiale. E nel primo trimestre del 2024 la crescita è del 22,8% contro il 7,1% dell’indice. Leonardo nella Top 10
La guerra in Ucraina e quella in Medio Oriente hanno fatto aumentare la domanda e la spesa per il settore della Difesa nel 2023 ha toccato il massimo storico di 2.443 miliardi di dollari (+6,8%), vale a dire una cifra corrispondente al 2,3% del Pil mondiale. L'impatto sui bilanci dei big del comparto e sulle loro quotazioni in Borsa è la diretta conseguenza. Per il 2024 gli analisti dell'Area Studi Mediobanca hanno previsto un ulteriore incremento dei ricavi (+6%). Nel quadriennio 2019-2023 il rendimento azionario dei big della Difesa è cresciuto del 68,7%, il doppio del +34,8% segnato dall'indice azionario mondiale ed è proseguito nel primo trimestre di quest'anno (+22,8%), un rendimento tre volte superiore al +7,1% dell'indice azionario mondiale, con i gruppi europei (+42,3%) di gran lunga davanti a quelli statunitensi (+8,6%).
Il panorama resta però dominato dai big statunitensi con una quota del 74% del totale, seguiti dai gruppi europei con il 22% e da quelli asiatici con il 4%. Gli Stati Uniti, con 15 player, si aggiudicano il primato anche a livello numerico davanti alla Francia, distanziata con tre società; due gruppi ciascuno per Germania, Gran Bretagna, India e Italia che conta per il 19% del giro d'affari europeo e per il 4,2% di quello mondiale. Lockheed Martin (55 miliardi di ricavi) è la regina del settore, ma nella Top 10 entra anche Leonardo (in ottava posizione con 11,5 miliardi) e in 25esima Fincantieri (2 miliardi).
Nel 2023 l'Italia ha speso "35,5 miliardi di euro per la Difesa, pari a 97 milioni al giorno, con un incremento del 5,5% atteso per il 2024". Nella classifica globale è 12esima (con l'1,5% della spesa mondiale), mentre il 37,5% fa capo agli Stati Uniti (916 miliardi), seguiti da Cina con il 12,1% (296 miliardi), Russia (4,5%), India (3,4%) e Arabia Saudita (3,1%). La classifica cambia se si considera l'incidenza sul Pil della spesa: di gran lunga al primo posto si colloca l'Ucraina con il 36,7%, la Russia è in settima posizione (5,9%), gli Stati Uniti in 22esima (3,4%), la Cina in 69esima (1,7%) e l'Italia in 75esima (1,6%, era 1,4% nel 2013 e 2,8% nel 1963). "Come richiesto dalla Nato nel 2014, l'Italia sta progressivamente innalzando la propria spesa nella Difesa con l'obiettivo di raggiungere la soglia del 2% del Pil entro il 2028" ricorda la ricerca.
La conclusione è che l'industria europea è sostanzialmente subalterna a quella americana per inferiori spese degli Stati membri, frammentazione istituzionale delle politiche di Difesa nazionali e scarsa propensione a cooperare. "Rendere più competitive le imprese comporta un consolidamento industriale e un incremento dei progetti congiunti, i cui vantaggi si misurano in termini di maggiore efficienza ed economia di scala e migliore interoperabilità - concludono gli analisti dell'Area Studi Mediobanca - Investire nella Difesa ha un ritorno non solo in termini di sicurezza, ma anche in termini di resilienza, competitività industriale e di presidio delle verticali tecnologiche."