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CRESCITA
19/05/2024

L'economia digitale ha superato quella reale

L’edizione 2024 del ‘Digital Economic Outlook' dell'Ocse mette in luce come tra il 2013 e il 2023 il settore Ict è cresciuto quasi tre volte più velocemente (+6,3%) che l’insieme dell’attività economica dei Paesi Ocse. L’Italia? È il fanalino di coda e fa meglio solo di Grecia e Repubblica Slovacca. Gli investimenti nell’IA generativa sono passati da 1,3 miliardi del 2022 a 17,8 miliardi nel 2023


La crescita dell'economia digitale ha ormai superato l'economia tradizionale nel suo insieme, con tutte le opportunità di sviluppo che questa situazione comporta, anche se bisogna fare attenzione ai rischi legati all'utilizzo di queste nuove tecnologie virtuali, a cominciare dal rispetto della privacy e dai potenziali danni per la salute mentale: questo il fondamentale messaggio contenuto nelle 'Prospettive dell'economia digitale 2024', pubblicate dall'Ocse, che vedono l'Italia fanalino di coda, terz'ultima in graduatoria, meglio solo di Grecia e Repubblica slovacca.
Secondo lo studio, il settore delle Tecnologie dell'Informazione e delle Comunicazioni (TIC/ICT) si è mediamente sviluppato nell'ultimo decennio, tra il 2013 e il 2023, del 6,3%, quasi tre volte più velocemente che l'insieme dell'attività economica dei 27 Paesi Ocse presi in esame. Il primo volume dell''Oecd Digital Economic Outlook' - questo il titolo inglese del documento disponibile sul sito web dell'Ocse - mostra inoltre che la crescita del settore Ict è rimasto sostenuto nel 2023, con un tasso medio del 7,6% al livello Ocse. 
In numerosi Stati aderenti all'organizzazione internazionale con sede a Parigi, il 2023 è stato l'anno dei record. Cinque Paesi realizzano addirittura una crescita a due cifre, superiore al 10%. Sul podio: Regno Unito (11,96%), seguito da Belgio (11,52%) e Germania (10,98%). L'Italia è invece terzultima in classifica, al 4,05%, meglio solo di Grecia (3,98%) e Repubblica slovacca (3,15%), almeno per quanto riguarda questo particolare settore in espansione al livello mondiale. Per quanto concerne l'Intelligenza artificiale (Ia), le Prospettive Ocse confermano un aumento degli investimenti e anche dei rischi ad essa connessi. Per esempio, l'investimento nell'IA generativa è passato da 1,3 miliardi di dollari nel 2022 a 17,8 miliardi nel 2023, mentre il numero di incidenti e pericoli connessi menzionati dai grandi media, su scala mondiale, è cresciuto di 53 volte da fine 2023. Oggi, l'uso dell'IA si concentra nel settore delle tecnologie dell'Informazione e delle Comunicazioni (Ict) e secondo gli esperti dell'Ocse andrebbe ora esteso anche ad altri settori della vita. "Il settore delle Tecnologie dell'informazione e delle Comunicazioni è un motore essenziale della crescita globale. Tuttavia, si osservano forti disparità tra Paesi, con uno scarto del tasso di crescita medio di oltre 10 punti tra le economie di testa e quelle di coda", avverte il segretario generale dell'Ocse, Mathias Corman, sottolineando che questo primo volume del rapporto sull'economia digitale "fornisce nuove spiegazioni e dati inediti destinati ad aiutare i governanti a concepire politiche efficaci per sfruttare lo straordinario potenziale delle tecnologie digitali, ma gestendo al tempo stesso rischi e problemi da esse generati". Lo studio non fa mistero delle parti d'ombra legate a queste nuove tecnologie, come i nodi sulla tutela della privacy, in particolare, nell'ambito delle tecnologie immersive, tipo realtà virtuale, l'avvenire della connettività senza fili e il moltiplicarsi di comportamenti negativi che nuocciono alla salute mentale. Dal rapporto emerge, tra l'altro, che la percentuale di giovani vittime di difficoltà esistenziali e malessere a causa dell'uso dei social media è schizzata del 49% dal 2017. Un numero crescente di giovani è inoltre vittima di cyberbullismo, mediamente le femmine più dei maschi. Appena due settimane fa, un rapporto di esperti consegnato al presidente francese, Emmanuel Macron, ha suggerito una radicale regolamentazione dell'uso degli schermi. Tra l'altro, vietandoli per i bimbi di un'età inferiore ai 3 anni e limitandoli fortemente tra i 3 e i 6 anni. 
 

Autore: ANSA