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LUSSO
20/05/2024

Prada frena su Piazza Affari e acquisizioni

La quotazione a Milano, dopo quella di Hong Kong, “non è più una priorità”, ha detto l’ad del Gruppo Andrea Guerra, sottolineando che la famiglia Bertelli-Prada non intende scendere sotto l’80%. No anche a Prada come polo aggregante del lusso italiano: “Non puntiamo ad Armani o Versace, ma continueremo ad acquisire piccoli fornitori di qualità in Italia. Restiamo concentrati sui nostri marchi”

Prada non ha intenzione di avventurarsi in grandi acquisizioni, come potrebbero essere Armani o Versace nel caso in cui i due storici marchi della moda italiana venissero messi in vendita, ma continua a guardare con interesse a piccoli fornitori in Italia, sulla stregua di quanto fatto nel settembre del 2022, quando ha rilevato il 43,6% della conceria toscana Superior. A fare il punto sui progetti del gruppo di proprietà di Patrizio Bertelli e Miuccia Prada, è stato l'amministratore delegato, Andrea Guerra, intervenuto al Business of luxury summit del Financial Times, a Venezia. Guerra ha anche rivelato che la quotazione a Piazza Affari, in aggiunta a quella ad Hong Kong, non è più "una priorità". Il progetto di 'dual listing', allo studio dal 2022 con l'obiettivo di diversificare la base di investitori della maison di moda, torna dunque nel cassetto, complici le tecnicalità della doppia quotazione e le condizioni del mercato, in aggiunta al fatto che la famiglia Bertelli-Prada non ha intenzione di diluire la propria partecipazione, pari all'80% del capitale.
"Siamo focalizzati sui nostri brand" che, oltre a Prada, includono Miu Miu, Church's e Car Shoe, ha detto Guerra. La crescita organica, che verrà sostenuta nei prossimi cinque anni da un miliardo di investimenti per ampliare la rete di negozi, potrebbe essere accompagnata da piccole acquisizioni nella Penisola. "La maggior parte dell'abbigliamento di lusso è fatto in Italia" e "chiunque sia intelligente" valuta l'acquisto di fornitori. Non sono invece allo studio grandi operazioni. "Nei prossimi anni accadranno molte cose nel settore, ma siamo concentrati sui nostri marchi e alla fine non saremo noi, ma altri, quelli che decideranno", ha detto Guerra. A Prada, riferisce l'Ft, si è guardato come possibile polo aggregante per un mercato italiano della moda ancora frammentato rispetto ai grandi conglomerati francesi, con Versace e Armani indicate come possibili obiettivi. Le ipotesi hanno trovato terreno fertile nello sbarramento dell'antitrust Usa alla cessione di Capri, la holding che controlla Versace, alla rivale Tapestry, e nelle parole di Giorgio Armani, che non ha escluso né una quotazione né la fusione con un altro gruppo dopo la sua morte. Ipotesi, quelle relative a un'operazione con Armani, a cui Guerra ha replicato così: "Oh, è questo quello che dicono?".

Autore: ANSA