Focus On

POLITICA MONETARIA
22/05/2024

Goldman Sachs pessimista: “Zero tagli nel 2024”

David Solomon, Ceo dell’istituto, non vede segnali che rendano possibile un taglio dei tassi da parte della Fed entro l’anno. Dalle minute della riunione della banca centrale emerge anzi che diversi governatori sono favorevoli a un rialzo “se i rischi sull’inflazione dovessero materializzarsi”. Più probabile che i tassi restino fermi a lungo e che per un taglio occorra aspettare novembre o dicembre

L'inflazione scende più lentamente delle attese e preoccupa la Fed che, nell'ultima riunione, ha discusso la possibilità di lasciare i tassi alti a lungo. Con alcuni componenti del board che si sono detti anche pronti ad alzare il costo del denaro se sarà necessario. A non vedere alcuna riduzione del costo del denaro quest'anno è l'amministratore delegato di Goldman Sachs. "Ancora non vedo dati convincenti che possono indicare un taglio dei tassi", ha detto David Solomon, precisando di prevedere "zero" riduzioni del costo del denaro nel 2024. Notando come le spese pubbliche e gli investimenti nelle infrastrutture per l'intelligenza artificiale hanno aiutato l’economia a essere più resiliente di fronte alla campagna di rialzi della Fed, Solomon ha messo in guardia - riporta l'agenzia Bloomberg - sul rischio più "reale e papabile" di un rallentamento rispetto a sei mesi fa. L'economia è infatti "leggermente più debole" di quanto atteso per un atterraggio morbido.
Nei verbali della riunione della Fed del 30 apile-1 maggio si nota come diversi componenti della banca centrale hanno "menzionato la loro volontà di un'ulteriore stretta se i rischi sull'inflazione dovessero materializzarsi e un'azione fosse appropriata". Nei giorni scorsi, comunque, il governatore della Fed Christopher Waller ha cercato di stemperare i timori mettendo in evidenza come "al momento le probabilità di un rialzo sono basse". Più probabile è che il costo del denaro resti alto: "Non vediamo nulle ora che indichi" che lasciare i tassi agli elevati livelli attuali "possa causare" problemi all'economia, ha spiegato. 
Anche se la prossima mossa della banca centrale sarà quindi probabilmente un taglio, il nodo è però la tempistica: le chance di una riduzione in luglio sono al 22% e per un'azione a settembre sono invece poco sopra il 30%. L'ipotesi più accredita è quindi quella di novembre o dicembre, così da evitare anche di attirarsi critiche per un taglio troppo a ridosso delle elezioni.
 

Autore: ANSA