Focus On

CRISI INFINITA
29/05/2024

Mps crolla in Borsa con l'inchiesta sugli Npl


Il gip di Milano, Teresa De Pascale, dispone l’imputazione coatta per cinque persone, tra cui l’ex ad Marco Morelli, con l’accusa di false comunicazioni sociali e manipolazione di mercato per le mancate rettifiche ai bilanci 2016-2017. Si indaga anche per truffa allo Stato. L’inchiesta è un nuovo problema sulla strada del rilancio e su future aggregazioni. Il titolo perde il 5,4% 

Lo spettro delle inchieste giudiziarie torna ad allungarsi sul Monte dei Paschi di Siena e manda al tappeto il titolo in Borsa, con gli investitori preoccupati dal rischio che la banca, di recente uscita indenne dalla vicenda dei derivati, possa restare invischiata in un nuovo, lungo e incerto procedimento penale. In una seduta in rosso per tutta Piazza Affari (-1,47% il Ftse Mib) il Monte ha ceduto il 5,4%, a 4,82 euro, dopo che il gip della Procura di Milano, Teresa De Pascale, ha disposto l'imputazione coatta per cinque persone, tra cui l'ex ad Marco Morelli e gli ex presidenti Alessandro Falciai e Stefania Bariatti, accusati di false comunicazioni sociali e di manipolazione del mercato per non aver correttamente rettificato, nei bilanci 2016 e 2017, il valore di miliardi di euro di crediti deteriorati.
Il gip - che ha archiviato per avvenuta prescrizione le posizioni di Alessandro Profumo, Fabrizio Viola e Paolo Salvadori in relazione ai medesimi fatti ma riferiti ai bilanci 2012-2014 - ha inoltre disposto l'iscrizione nel registro degli indagati di Morelli, Falciai, Bariatti e dell'ex dirigente Nicola Clarelli per truffa aggravata ai danni dello Stato, assegnando alla Procura un termine di sei mesi per lo svolgimento di nuove indagini. A detta di De Pascale, infatti, "merita menzione il profilo sollevato" da Giuseppe Bivona, consulente di alcuni fondi in causa con Siena, "ed in alcun modo investigato dalla Procura, inerente alla denunciata truffa ai danni dello Stato per i 5,4 miliardi" della ricapitalizzazione precauzionale dell'agosto 2017. Secondo il gip "non appare peregrino che le false comunicazioni sociali abbiano potuto indurre in errore l'ente erogatore", cioè il Tesoro, consentendo a Mps di "conseguire indebitamente un finanziamento pubblico in assenza dei presupposti che lo legittimavano".
La notizia di un probabile nuovo processo rappresenta una battuta d'arresto nel percorso di rilancio messo a segno dall'amministratore delegato Luigi Lovaglio e non giocherà a favore di un'aggregazione, introducendo un elemento di incertezza sul Monte. L'inchiesta e il conseguente scivolone in Borsa non fa gioire neppure il Tesoro, impegnato a privatizzare la banca, di cui detiene ancora una quota del 26,7% che potrà riprendere a ridurre a partire dal 2 luglio, una volta concluso il periodo di lock-up. Per ora gli analisti sono cauti: il procedimento "era noto - afferma Mediobanca - ma con la decisione di ieri il suo raggio è stato ampliato. Il petitum ammonta a 495 milioni di euro al marzo 2024 e ci aspettiamo che ci vorrà tempo per avere visibilità sull'esito". Sulla stessa frequenza d'onda Equita che parla di "incertezza in merito alle tempistiche processuali". In ogni caso ora Siena è una banca risanata, con un livello di capitale (Cet1) ai vertici in Europa e una struttura dei costi e un portafoglio crediti normalizzati che le hanno permesso di ritrovare, grazie a una forte rete commerciale, una significativa redditività e di tornare a pagare il dividendo dopo 13 anni di vacche magre.
Di "ulteriore fase processuale del tutto inutile" parla invece Giuseppe Iannaccone, avvocato di alcuni degli ex vertici sotto accusa. "La Procura di Milano ha già accertato la perfetta buona fede dei miei assistiti, che hanno rispettato tutti gli obblighi di corretta redazione dei bilanci ed i pareri espressi dagli organi di vigilanza nazionali ed internazionali interpellati. Tutto ciò, agendo sempre nell'interesse di Mps, dei suoi azionisti ed anche dello Stato italiano". 
 

Autore: ANSA