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RISPARMIO
01/06/2024

Cresce il peso dei Btp in portafoglio

Scendono i depositi, crescono gli acquisti diretti di titoli del debito pubblico: così cambia la composizione dei portafogli degli italiani secondo la foto scattata da Bankitalia. Bot e Btp guadagnano quasi 114 miliardi e il loro peso passa dal 2,8 al 4,8% del totale investito. Scendono invece fondi comuni (-21 miliardi) e azioni (-38 miliardi). In calo anche le polizze

Da Bot a Btp-people il passaggio è stato deciso: così dagli ultimi dati forniti da Bankitalia nella relazione annuale emerge che lo scorso anno i depositi hanno perso quasi 50 miliardi (49,8) attestandosi al 24,5% del totale delle attività e passività delle famiglie. In tutto 1.379,2 miliardi. Di contro, aumenta di molto la quota investita in titoli obbligazionari pubblici: sono 113,7 miliardi in più pari ad una quota del 4,8%, in forte accelerazione rispetto al 2,8% del 2022. A 269,5 miliardi. Scende il peso di fondi comuni (-21,1 miliardi) e azioni (-38,3 miliardi).
Gli investimenti in titoli pubblici italiani hanno riguardato soprattutto le obbligazioni con scadenze più brevi (zero coupon) e quelle caratterizzate da un profilo di remunerazione crescente nel tempo. Alla fine del 2023 queste due categorie rappresentavano rispettivamente l'11 e il 18% del totale dei titoli del debito pubblico italiano detenuti direttamente dalle famiglie. Oltre che con l'acquisto diretto, le famiglie investono in titoli pubblici indirettamente acquisendo prodotti del risparmio gestito (quote di fondi comuni, polizze assicurative e quote di fondi pensione).
Complessivamente gli investimenti finanziari si sono ridotti a 45 miliardi (da 60 dell'anno precedente), il valore minimo dal 2017, risentendo del calo del risparmio. È proseguita la ricomposizione del portafoglio in favore di attività i cui rendimenti hanno maggiormente seguito il rialzo dei tassi di riferimento: i depositi a vista sono scesi per la prima volta dal 2012 e per un ammontare molto elevato, riflettendo l'incremento del costo opportunità di detenere attività liquide. Questo costo è aumentato, seppure con ampiezza differente, per tutte le classi di deposito, nonostante il rialzo dei loro rendimenti. Sono invece cresciuti gli altri depositi (per 30 miliardi, il valore massimo dal 2013. Alla fine dello scorso anno l'incidenza complessiva dei
depositi sul totale delle attività era pari al 24,5 per cento, dal 26,9 del 2022. Si sono inoltre ridotti gli investimenti in polizze assicurative e in quote di fondi comuni; alla fine del 2023 le attività del risparmio gestito rappresentavano il 29,0 per cento della ricchezza finanziaria lorda delle famiglie, 6,5 punti percentuali in meno della media dell'area. 
All'opposto, gli investimenti finanziari in titoli obbligazionari sono triplicati, portando il loro peso al 7,5 per cento; l'aumento è stato particolarmente forte per i titoli pubblici italiani, la cui incidenza è salita al 4,8 per cento, il valore massimo dal 2013, anche se ancora inferiore a quella prevalente prima della crisi dei debiti sovrani. 
 

Autore: ANSA