Focus On

ORO NERO
02/06/2024

L’Opec estende i tagli al 2025

Il calo del prezzo del petrolio spinge i Paesi produttori a mantenere bassa l’offerta anche il prossimo anno, data la minore domanda dovuta anche ai problemi economici della Cina. Intanto, le azioni Aramco messe in vendita dal governo saudita per un corrispettivo di 12 miliardi sono andate a ruba in poche ore. L’ad di Eni, Claudio Descalzi, invita l’Europa a un maggior pragmatismo energetico

Il prezzo del greggio sotto gli 80 dollari ha spinto ancora una volta l'Opec+, formato dai Paesi produttori più la Russia, a estendere al 2025 i tagli alla produzione in vigore dal 2023. La domanda più debole, specie dalla Cina ancora alle prese con problemi economici e la concorrenza della produzione Usa (oltre a tassi di interesse che si manterranno alti più a lungo), stanno infatti deprimendo le quotazioni del greggio sotto la soglia di prezzo necessaria per molti produttori. Nella riunione a Ryad sono stati anche estesi i tagli volontari di alcuni Paesi che comportano una restrizione fino a 2,2 milioni di barili al giorno. E il comparto petrolifero continua a essere così sotto il focus degli investitori. Le azioni messe su mercato dal governo saudita del suo gigante petrolifero Aramco, pari a 12 miliardi di dollari, sono andate esaurite in poche ore a riprova che il settore, malgrado la transizione energetica e la decarbonizzazione, resta sotto la lente. E un invito all'Europa, che non possiede risorse naturali, a un maggiore "pragmatismo" e a levarsi "i dogmi e le ideologie" è arrivato dall'ad di Eni Claudio Descalzi. Intervenendo a In Mezz’ora su Rai tre il manager ha sottolineato come la "transizione è irreversibile e sacrosanta", ma l'Europa "deve guardare anche al presente". Eni da parte sua, ha puntualizzato, è "impegnata da anni nell'investire in biocarburanti" per sostituire il petrolio, ma il Vecchio Continente per competere alla pari con Usa e Cina deve poter attirare "capitale privato" per finanziarie la transizione visto che non ha "la capacità fiscale" per finanziarla solo tramite sussidi. Sussidi peraltro "pagati da tutti e che atrofizzano" la capacità imprenditoriale. Descalzi è quindi tornato a sottolineare la necessità della
"neutralità tecnologica" nelle politiche di Bruxelles e dell'importanza di un mix energetico di fonti che vada costruito con una strategia di lungo periodo.

Autore: ANSA