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RISIKO BANCARIO/2
16/09/2024

Deutsche Bank valuta se entrare nella partita Commerz

Il primo istituto tedesco, che verrebbe indebolito da un’eventuale fusione tra Commerz e Unicredit, sta studiando possibili contromosse. Tra le ipotesi, l’acquisto di una parte (o della totalità) del 12% di azioni di Commerbank ancora in mano al governo federale. Intanto, la Bce sembra a favore delle nozze italo-tedesche e il ceo di Unicredit spiega in un’intervista: “dalla fusione più valore per tutti”

C'è aria di sfida su Commerzbank. Deutsche Bank sta studiando le possibili contromosse per ostacolare la scalata di Unicredit con una fusione che creerebbe un enorme concorrente sul mercato tedesco. Andrea Orcel, dal canto suo, va avanti e lo fa anche dalle colonne dell'Handelsblatt ribadendo che un matrimonio creerebbe valore "per tutti gli stakeholder", ossia i soci, i dipendenti e i clienti di entrambe le banche. Sull'altra sponda di Francoforte sul Meno, il ceo di Deutsche Bank, Christian Sewing insieme alle prime linee ha analizzato la situazione. Tra le opzioni emerse - secondo quanto riferito da Bloomberg - c'è l'acquisto di una parte o della totalità della restante quota del 12% di Commerzbank (piatta in Borsa) che è ancora nelle mani di Berlino. Un modo per frenare il blitz messo in atto da Unicredit (+0,5% a Piazza Affari) su cui ci sarebbero stati contatti tra i vertici della stessa Deutsche (-0,6% sul listino di Francoforte) e l'esecutivo di Scholz. E anche all'interno della coalizione di governo, che non aveva nascosto la sua sorpresa, nel fine settimana, se ne sarebbe parlato senza però arrivare ad una sintesi.


Il 9,21%, rastrellato dal gruppo di Piazza Gae Aulenti (che nel frattempo ha dato via al buyback da 1,7 miliardi), ha sorpreso tutti in Germania con le sigle sindacali in allerta. Il potente sindacato Ver.di ha sollecitato un intervento rapido al governo, chiedendo di bloccare la vendita di quote di Commerz, che - tra altro - sta rivedendo la propria strategia mettendo tutto sotto esame. E su un intervento di Deutsche, un portavoce ha rimandato quanto detto da Sewing un paio di settimane fa e cioè che il focus è la redditività della banca. Di una fusione Deutsche-Commerz si è sempre molto parlato. L'ultima volta concretamente nel 2019, con colloqui formali e un piano sostenuto da Berlino per creare un campione europeo del credito a trazione tedesca. Alla fine, tutto si arenò, di fronte anche ai mal di pancia dei sindacati che temevano che le sovrapposizioni tra i due istituti avrebbero avuto ricadute disastrose in termini d’occupazione.    


Un matrimonio tra Unicredit e Commerzbank non piace a tutti in terra tedesca perché darebbe vita sì ad un colosso bancario europeo, ma dal cuore italiano, che si posizionerebbe, peraltro, proprio davanti a Deutsche Bank, tanto in termini di fatturato in Germania quanto in attività totali. "Il mercato tedesco ha bisogno di banche private più forti che competono con le casse di risparmio e le banche cooperative, che insieme controllano il 60% dei prestiti alle imprese", spiega Orcel all'Handelsblatt. Per cui una banca frutto della fusione "potrebbe aumentare significativamente la propria quota di mercato nel corporate e retail banking, rafforzando - sottolinea il ceo di Unicredit - significativamente Commerzbank e aumentando la propria competitività senza assumere una posizione dominante sul mercato". Le nozze sembrano piacere alla Bce. Dopo l'assist di Lagarde, il mezzo endorsement del presidente della Bundesbank ("Abbiamo bisogno di banche forti", la dichiarazione recente di Nagel), si è espresso anche de Guindos. L'ex ministro spagnolo all'economia, che della banca centrale è il vicepresidente, sottolinea che l'Eurotower è sempre stata favorevole alle fusioni transfrontaliere. "Vediamo cosa succederà. L'importante è capire quanto sia appropriata una fusione dal punto di vista del modello di business", aggiunge.


La partita è solo all'inizio anche perché Commerzbank "ha fatto progressi significativi fin qui ma, a mio avviso, c'è molto di più che si può fare", ribadisce Orcel nell'intervista all'Handelsblatt. "Nei quasi 20 anni trascorsi dall'acquisizione di Hvb" che ha un rendimento di capitale doppio rispetto a Commerz, ricorda ancora Orcel, "abbiamo dimostrato in tutte le crisi economiche di essere un partner affidabile per i nostri clienti in Germania". 

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