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INTELLIGENZA ARTIFICIALE
19/09/2024

Appello di aziende e ricercatori: “l’Ue cambi rotta”

Cinquanta aziende e ricercatori europei scrivono a Bruxelles per chiedere un cambiamento di rotta sull’utilizzo dei dati europei per l’addestramento dell’intelligenza artificiale: “l'IA generativa potrebbe contribuire all'aumento del 10% del Pil globale. I cittadini dell'Ue non dovrebbero essere privati di questa opportunità di crescita di cui godono invece Usa, Cina e India".

Un cambiamento di rotta dell'Ue sull'Intelligenza artificiale, in particolare sull'uso dei dati europei per l'addestramento dei diversi modelli, per non restare esclusi dai grandi benefici di una tecnologia in grado di accelerare la crescita economica e la ricerca. È l'appello contenuto in una lettera aperta di circa 50 aziende e ricercatori europei - tra cui EssilorLuxottica, Prada, Pirelli, Exor Group, Meta, Spotify - che si rivolge ai legislatori e chiede "decisioni armonizzate, coerenti, rapide e chiare nelle normative". L'appello arriva nei giorni in cui la Commissione europea mette a punto il nuovo esecutivo e dopo la presentazione del rapporto sulla competitività di Mario Draghi che ha posto l'accento anche sulla digitalizzazione e l'IA. Nei mesi scorsi diversi big della tecnologia come Apple, Meta e X hanno frenato sulla diffusione dei loro modelli di intelligenza artificiale in Ue per le norme più stringenti. Come il Digital Market Acts, la normativa europea entrata in vigore in primavera che promuove un maggiore concorrenza sui mercati digitali.


"L'Europa è diventata meno competitiva e meno innovativa rispetto ad altre regioni del mondo e ora rischia di restare ulteriormente indietro a causa di decisioni normative poco coerenti", spiegano i firmatari del documento che citano un rapporto di JP Morgan secondo cui "nel prossimo decennio l'IA generativa potrebbe contribuire all'aumento del 10% del Pil globale. I cittadini dell'Ue - aggiungono - non dovrebbero essere privati di questa opportunità di crescita di cui godono invece Usa, Cina e India".


Il punto centrale della lettera all'Ue è l'uso dei dati dei cittadini europei per i modelli "multimodali" di Intelligenza artificiale, cioè quelli che operano con testo, immagini e audio, il prossimo salto in avanti nell'IA. "Se aziende e istituzioni vorranno investire decine di miliardi di euro per sviluppare una Intelligenza artificiale generativa per i cittadini europei, avranno bisogno di regole chiare, applicate in modo coerente che consentano l'utilizzo dei dati europei - scrivono i firmatari - le autorità europee per la protezione dei dati hanno creato una grande incertezza sul tipo di dati che possono essere utilizzati per addestrare i modelli di IA. L'Europa - sottolinea la lettera - si trova di fronte a una decisione che avrà conseguenze sul continente per decenni. Può scegliere di riaffermare il principio di armonizzazione sancito nei quadri normativi come il Gdpr e offrire un'interpretazione moderna delle sue disposizioni che ne rispetti comunque i valori fondamentali, permettendo così che l'innovazione nell'IA si sviluppi qui con la stessa portata e velocità che in altre regioni del mondo. Oppure, può continuare a respingere il progresso, contraddire le ambizioni del mercato unico e restare a guardare mentre il resto del mondo sviluppa tecnologie a cui i cittadini europei non avranno accesso", concludono i firmatari.

Autore: ANSA