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Si stringe su Poste: collocamento in tempi brevi
Approvata la decisione di cedere un massimo del 15% del capitale della società, per un controvalore di circa 2,5 miliardi. Lo Stato, però, non scenderà sotto il 50%. Il ministero del Tesoro ha avviato la selezione degli advisor tra banche d’affari italiane ed estere. L’idea è di portare a termine il collocamento entro metà ottobre, dando priorità alle sottoscrizioni di dipendenti e retail
Sarà collocata sul mercato "in tempi molto brevi" una seconda tranche di azioni di Poste Italiane pari ad un massimo del 15% del capitale. L'operazione dovrebbe portare circa 2,5 miliardi nelle casse dello Stato che manterrà il controllo, tra Mef e Cdp, come previsto dal Consiglio dei Ministri con l'ok definitivo al Dpcm per la privatizzazione. E' in quell'occasione che, rinunciando all'ipotesi di una cessione più ampia, è stato indicato che lo Stato non scenderà sotto il 50%. Il Dipartimento dell'Economia del Mef ha avviato la selezione degli advisor tra le banche d'affari estere e italiane: il beauty contest servirà a fissare tempi e modalità di vendita delle azioni. E' attesa una priorità per risparmiatori e dipendenti di Poste, probabilmente con una tranche riservata e con incentivi dedicati. Sarà probabilmente anche un collocamento più 'digitale' tramite i canali di Poste Italiane, con il sito e l'app PostePay.
Come possibile data per l'avvio del collocamento si guarda a lunedì 14 o a lunedì 21 ottobre. I tempi saranno sicuramente brevi anche se, a quanto trapela, guardando alle possibili condizioni di mercato alcune banche d'affari sarebbero orientate a suggerire di attendere l'esito elezioni presidenziali americane del 5 novembre. Con l'operazione in dirittura di arrivo, e con l'approvazione del Dpcm, è arrivata nei giorni scorsi anche la conferma della contrarietà di Cgil e Uil ad una ulteriore privatizzazione di quote di una società che è strategica nel Paese anche per il suo ruolo di servizio pubblico. "Il rischio concreto è di fare semplicemente cassa fuori da un progetto industriale serio del Paese", ha avvertito il leader della Cgil, Maurizio Landini. E' una "operazione malsana" per il segretario confederale Cgil Pino Gesmundo e per il segretario nazionale della Slc Nicola Di Ceglie: "Queste scelte sono frutto di un paese oramai allo sbando sul piano economico e industriale. Dalla Uil - lo avevano sottolineato la segretaria confederale Uil, Tiziana Bocchi, e il segretario generale della Uilposte, Claudio Solfaroli Camillocci - "netta contrarietà" ad un provvedimento "sbagliato e pericoloso": un no alla "svendita di una delle aziende migliori del Paese". Per la Slp-Cisl come aveva affermato il segretario generale Raffaele Roscigno, "è positivo che il ministero dell'Economia abbia confermato che lo Stato non scenderà sotto la soglia del 50%. Lo Stato e i governi devono proteggere questo patrimonio".