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POLITICA MONETARIA
17/10/2024

La Bce taglia ancora, spread ai minimi

Rallentamento sì, ma nessuna recessione in Europa, dice la presidente della Bce secondo cui l’area euro va verso un atterraggio morbido. Con l’inflazione che a settembre è scesa a sorpresa all’1,7%, Francoforte ha tagliato i tassi di un quarto di punto, ma non si sbilancia sul futuro: “Decideremo di volta in volta”. Borse in rialzo, mentre lo spread scende a 119, il minimo degli ultimi tre anni

La Banca centrale europea taglia i tassi di un altro quarto di punto, allentando il costo del denaro per la terza volta dall'inizio della fase espansiva avviata a giugno e facendo scendere lo spread ai minimi dal 2021. Ma nonostante una crescita più debole del previsto, "l'area euro non va verso una recessione e siamo diretti verso un atterraggio morbido", assicura la presidente Christine Lagarde. E così la Bce non s'impegna sulle mosse future. Intanto i mercati festeggiano, e già prima dell'annuncio lo spread Btp-Bund in apertura era ai minimi da novembre 2021, arrivando fino a 119 punti base. L'euro continua la discesa iniziata a fine settembre, toccando 1,0812 dollari, e anche le Borse corrono con Milano (+1,09%) sopra quota 35.000. A far decidere all'unanimità i governatori, riuniti 'fuori porta' nei pressi di Lubiana, in Slovenia, sono i "rischi al ribasso" sulle prospettive di crescita, ha spiegato Lagarde. Un quadro economico in peggioramento, con gli ultimi indici Pmi "tutti nella stessa direzione" e con l'aggravante di rischi derivanti dalle guerre in Ucraina e Medio Oriente, della volatilità dei prezzi energetici, della crisi economica in Cina.
I banchieri centrali hanno così portato il tasso sui depositi al 3,25%, quello sui prestiti principali al 3,40% e quello sui prestiti marginali al 3,65% dopo un'inflazione nell'area euro che "a sorpresa" - ha detto Lagarde - a settembre è scesa all'1,7%, sotto l'obiettivo Bce di medio termine del 2%. I prezzi dovrebbero tornare a salire temporaneamente, ma secondo indiscrezioni nelle loro aspettative ci sarebbe ora una stabilizzazione intorno al 2% nella prima metà del 2025 anziché alla fine dell'anno.
Quello di oggi è il primo taglio 'consecutivo' (i precedenti erano arrivati a giugno e poi settembre) nell'attuale fase di riduzione dei tassi che, fino a qualche settimane fa, ci si aspettava procedesse con cadenza trimestrale. Non torna – invece - la 'forward guidance' con cui la Bce fino a qualche anno fa orientava le aspettative sul corso futuro dei tassi d'interesse. La Bce "continuerà a seguire un approccio guidato dai dati, in base al quale le decisioni vengono definite di volta in volta a ogni riunione" è la frase ribadita da Lagarde. Sul dopo "vedremo" - si lascia sfuggire la presidente durante la conferenza stampa - "non abbiamo ancora 'spezzato il collo' all'inflazione, ma ci stiamo arrivando". A frenare sulla forward guidance è la volontà della Bce di cautelarsi dai rischi che rimangono, con i prezzi che depurati da energia e settore alimentare viaggiano ancora al 2,7%. Una cautela che tiene conto anche della volatilità dei prezzi energetici, delle incertezze sulle prossime mosse della Fed e dei timori tedeschi: il presidente dell'istituto Ifo Clemens Fuest saluta con favore il taglio di oggi, ma "ci sono anche rischi al rialzo per l'inflazione, specie nei servizi. E' giusto non impegnarsi ad ulteriori tagli". Gli investitori ragionano sul 'dopo' e si aspettano nuovi tagli già dalla prossima riunione del 12 dicembre. Fonti della Bce interpellate dalla Bloomberg lo danno come altamente probabile. 
 

Autore: ANSA