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L’Fmi all'Italia: “Debito elevato, intervenire subito”
Il debito pubblico italiano è destinato a raggiungere il 142,3% del pil nel 2029, mentre il deficit – pur riducendosi – non scenderà sotto il 3%: queste le previsioni del Fondo monetario che richiede a Roma, ma anche a Parigi e a Washington di approfittare della fase favorevole, con abbassamento di inflazione e tassi, per ridurre livelli di debito che – per quanto sostenibili – sono troppo elevati
Il debito italiano è elevato e crescerà ancora, superando il 140% del pil nel 2026. Per questo sono necessari "aggiustamenti fiscali che inizino adesso e che siano graduali e sostenuti" così da preservare la crescita economica. L'analisi è del Fondo Monetario Internazionale che, nel rapporto sul Fiscal Monitor, lancia l'allarme debito globale e invita i governi ad agire subito perché ritardare potrebbe rivelarsi costoso. "Nelle nostre previsioni il livello del debito dell'Italia è alto e si prevede che continui ad aumentare. Quindi nelle nostre previsioni non ci attendiamo" che il rapporto "debito-pil scenda, ma anzi ci aspettiamo che aumenti", ha detto Davide Furceri, capo divisione del Dipartimento Affari Fiscali del Fondo. Secondo le stime degli esperti di Washington, il debito italiano salirà dal 136,9% di quest'anno al 138,5% del 2025, per poi accelerare ulteriormente al 140,2% nel 2026 e raggiungere il 142,3% nel 2029 (141,4% nel 2027 e 142,0% nel 2028). Il deficit nello stesso arco di tempo scenderà progressivamente, fino a raggiungere il 3,1% nel 2029. Né l'Italia né la Francia vedranno scendere il disavanzo sotto il 3% per il 2029. Parigi ha presentato delle idee di bilancio e delle "proposte che vanno nella giusta direzione, ma attendiamo maggiore chiarezza", ha osservato Vitor Gaspar, responsabile del Dipartimento Affari Fiscali del Fondo.
L'Italia non è la sola a dover agire in tempi stretti sul debito, ci sono anche gli Stati Uniti. Il debito americano - ha spiegato Gaspar - è su una traiettoria sostenibile ma non può continuare a salire all'infinito: gli Usa dovrebbero approfittare dell'attuale situazione economica per affrontare il problema. "Un aggiustamento negli Usa poi non è positivo solo per gli Stati Uniti ma per il resto del mondo", ha osservato. L'invito del Fondo ai governi arriva mentre l'inflazione è in rallentamento e le maggiori banche centrali hanno iniziato a tagliare i tassi di interesse, mettendo quindi le economie in una posizione migliore per assorbire l'effetto di eventuali strette di bilancio. "Sono piuttosto soddisfatta dei progressi" sull'inflazione, ha ammesso la presidente della Bce Christine Lagarde, assicurando che l'Eurotower continuerà a essere dipendente dai dati nelle sue decisioni di politica monetaria. Intervenendo all'Atlantic Council, Lagarde si è quindi soffermata - nell'ambito di una domanda sulle tensioni commerciali fra Stati Uniti e Cina - sulle barriere agli scambi. "Le barriere commerciali avranno probabilmente un effetto negativo sulla crescita, penso che potrebbero avere anche un impatto sull'inflazione", ha osservato. "Arrivare alla conclusione che l'economia domestica beneficerà di barriere è forzato".