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Volkswagen chiude 3 fabbriche e taglia le buste paga
Sindacati sul piede di guerra dopo l’annuncio dell’azienda, che intende chiudere tre stabilimenti in Germania, tagliare del 10% gli stipendi di tutti i lavoratori e realizzare altre misure per arrivare a un risparmio complessivo di 4 miliardi. Contrario anche il governo: “gli errori del management non ricadano sui lavoratori, bisogna mantenere i posti di lavoro”. Ig Metal pronta alla mobilitazione
Volkswagen chiuderà almeno tre fabbriche in Germania. A dare l'allarme sulle concrete misure di risanamento di cui era già trapelato nei mesi scorsi è stato il consiglio di fabbrica, che teme a questo punto la perdita di decine di migliaia di posti di lavoro. In programma anche il taglio del 10% del salario per tutti i dipendenti e risparmi complessivi per circa 4 miliardi. I lavoratori sono scesi in piazza in una manifestazione spontanea, e il sindacato Ig Metall ha minacciato conseguenze, definendo il progetto dei vertici del gruppo "inaccettabile", "una ferita al cuore di Volkswagen". Anche il cancelliere Olaf Scholz ha fatto ribadire al suo portavoce che "eventuali errori del management non dovranno ricadere sui dipendenti e bisogna mantenere i posti di lavoro". Il dramma della chiusura degli impianti contribuisce alla forte tensione politica in Germania, dove il governo del cosiddetto semaforo (Spd, Verdi e Liberali) rischia di saltare proprio sui nodi economici, anche alla luce delle stime d'autunno che vedono la locomotiva d'Europa al secondo anno consecutivo in recessione. Ma il contesto è più ampio, vista la forte crisi che investe l’automotive in tutta Europa.
La notizia della chiusura degli stabilimenti è arrivata da una seduta a porte chiuse, in cui i lavoratori sono stati informati dei piani predisposti dai vertici. "Il cda vuole chiudere almeno tre stabilimenti Vw in Germania", ha dichiarato la presidente del Consiglio di fabbrica, Daniela Cavallo, durante l'evento a Wolfsburg. "E nessuno stabilimento è al sicuro", anche tutti gli altri siti saranno ridimensionati, ha avvertito. Il gruppo, che conta 8 marchi, impiega in quello principale 120 mila persone in Germania, di cui almeno la metà a Wolfsburg, il quartier generale. Vw gestisce complessivamente 10 stabilimenti nella Repubblica federale, di cui 6 in Bassa Sassonia, 3 in Sassonia e uno in Assia. A settembre, il colosso ha cancellato il programma di sicurezza del lavoro in vigore da oltre 30 anni. E particolarmente a rischio sarebbe adesso lo stabilimento di Osnabrueck, che ha perso una commessa da Porsche. Bisogna ridurre "significativamente i costi", si legge in un documento diretto ai dipendenti, pubblicato dalla Bild. "È un fatto - continua -: produciamo a costi troppo elevati" ma "abbiamo piani chiari su come ottimizzare i costi dei prodotti dei materiali e della fabbrica. Se ognuno dà il suo contributo arriviamo velocemente all'obiettivo: torneremo ai vertici". Il sindacato Ig Metall è subito insorto, minacciando la mobilitazione: "I piani aggressivi del cda non sono in alcun modo accettabili e rappresentano una rottura con tutto ciò che abbiamo sperimentato in azienda negli ultimi decenni", per il responsabile distrettuale Thorsten Groeger. "È una profonda pugnalata al cuore della laboriosa forza lavoro della VW!" ha detto ancora Groeger. "Volkswagen e il suo cda delineino concetti validi per il futuro al tavolo delle trattative, invece di fantasticare sui tagli ai posti di lavoro, dove la parte datoriale ha finora presentato poco più che frasi vuote".