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Moody’s scettica: “Pil sotto l’1%, ritardi sul Pnrr”
L’agenzia statunitense non crede che la diminuzione del deficit porterà a una riduzione del rapporto debito/Pil, che è visto in crescita a oltre il 143%. A tenere a galla l’economia sono i fondi del Pnrr, ma spenderli tutti entro il 2026 è un compito molto “impegnativo”. Se la crescita dovesse rafforzarsi, Moody’s potrebbe alzare il rating, un peggioramento potrebbe invece portare a un taglio
La crescita dell'Italia si mantiene moderata e quest'anno sarà sotto l'1%, con un deficit in calo al 4,6% e un debito che invece sale. L'analisi di Moody's mostra come i fondi del Pnrr continuano a sostenere le prospettive dell'Italia. Ma per Roma sarà "impegnativo" spendere tutte le risorse disponibili dal programma entro il 2026, anche perché la spesa è stata finora inferiore al previsto. "Tassi d’interesse elevati e un potenziale di crescita di circa lo 0,8% richiederanno un ampio aggiustamento fiscale per raggiungere e mantenere avanzi primari in grado di stabilizzare il debito", afferma Moody's annunciando il completamento della revisione del rating dell'Italia che, precisa, "non è un'azione sul rating e non è un'indicazione" sulle future decisioni sul rating. L'Italia ha al momento un rating Baa3 con outlook stabile.
"In un contesto di tassi di interesse più elevati, l'aumento del potenziale di crescita e gli avanzi primari saranno fondamentali per evitare un significativo aumento del debito", aggiunge Moody's spiegando come la riduzione del deficit – al 3,5% nel 2025 e al 3% nel 2026 - "non sarà sufficiente" per un calo del rapporto debito-Pil in seguito agli effetti del Superbonus. L'agenzia prevede che il debito italiano salirà al 139,7% del Pil nel 2024 dal 134,8% del 2023 e continuerà a salire fino al 2027 a oltre il 143%. I risultati ottenuti dall'Italia nell'attuazione del Pnrr sono "contrastanti": l'Italia è stato il primo paese dell'Ue a chiedere le ultime tranche di finanziamento e "prevediamo che la settima tranche sarà richiesta entro la fine del 2024. Tuttavia, la spesa di queste risorse è stata inferiore al previsto e la spesa totale dei fondi disponibili entro la fine del 2026 sarà impegnativa", mette in evidenza ancora Moody's.
L'agenzia potrebbe alzare il rating nel caso di fossero prove di una crescita sostanzialmente più forte: "un miglioramento del potenziale di crescita contribuirebbe a mettere il debito su una chiara traiettoria discendente". Il rating invece potrebbe essere rivisto al ribasso se "anticipassimo un significativo indebolimento della forza economica e di bilancio dell'Italia".