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Stellantis lavora al dopo Tavares, tonfo in Borsa
L’uscita a sorpresa dell’amministratore delegato del gruppo è stata giudicata molto negativamente dagli analisti e dai mercati e il titolo è arrivato a perdere il 9%. La sostituzione di Tavares non sarà immediata: è stato formato un Comitato esecutivo ad interim per gestire la transizione. Il Parlamento vuole sentire Elkann mentre i sindacati chiedono una svolta. Meloni: “difenderemo i posti di lavoro”
L'uscita da Stellantis di Carlos Tavares, in anticipo di più di un anno sui tempi previsti, crea fibrillazione sui mercati finanziari facendo crollare il titolo, ma è soprattutto al centro dell'attenzione del mondo politico, di quello sindacale e dei lavoratori del gruppo. John Elkann, che si trova a Detroit, è già al lavoro per definire la rotta, ma il nuovo amministratore delegato non arriverà subito e nessuno dei nomi finora ipotizzati, da Luca De Meo a Jean-Philppe Imparato ad Antonio Filosa, sembra essere quello giusto. L'azienda si muove in un contesto difficile e in Italia a novembre ha registrato un nuovo forte calo delle vendite pari al 24,6%. Così, per gestire la transizione, è già stato nominato un Comitato esecutivo ad interim, presieduto da Elkann che ha chiamato come suo Special Advisor Richard Palmer, responsabile finanziario dell'azienda fino al 2023 e grande conoscitore del mercato americano. Il titolo di Stellantis a Piazza Affari ha vissuto una giornata da dimenticare, chiudendo in calo del 6,3% e arrivando a perdere nel corso delle contrattazioni quasi il 9%. La notizia dell'uscita di Tavares è stata per gli analisti "molto negativa e del tutto inaspettata": la comunità finanziaria si fidava ancora di lui e della sua capacità di gestire.
L'attenzione del mondo politico è alta. Il ministro delle imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha avuto un colloquio telefonico con Elkann, collegato dagli Stati Uniti. Il 17 dicembre è confermato al Mimit il tavolo Stellantis, al quale parteciperà Imparato "con il mandato di chiudere in modo positivo le interlocuzioni" sul Piano Italia. "Faremo del nostro meglio per difendere l'occupazione e l'indotto. Abbiamo un tavolo con Stellantis convocato a metà dicembre, speriamo possa essere quello risolutivo", dice in serata la premier Giorgia Meloni che sottolinea "le battaglie dei sindacati francese e americano, mentre rispetto a queste urla il nostro sindacato - aggiunge - era un po’ afono". Dalla maggioranza e dall'opposizione è forte la pressione su Elkann perché vada in Parlamento. Il presidente della commissione Attività produttive della Camera Alberto Gusmeroli ha inviato a Elkann una lettera per chiedere la sua audizione.
Dalla sede americana di Auburn Hills John Elkann invia un messaggio ai dipendenti per spiegare che cosa è successo. "Con Carlos abbiamo percorso tanta strada e abbiamo ottenuto risultati importanti. Gli sarò sempre grato per il ruolo che ha avuto nella creazione di Stellantis. Tuttavia, il nostro consiglio di amministrazione ha deciso, per il bene dell'azienda, che era giunto il momento di separare le nostre strade", dice Elkann, che invita ai lavoratori a "guardare avanti, concentrati sui prossimi capitoli, concentrati sui nostri clienti e concentrati nel continuare a costruire una grande azienda". I sindacati sperano che l'uscita di scena di Tavares, con cui i rapporti non erano facili, permetta un cambio di passo. "Tavares non ci mancherà, non ha mai creduto alle relazioni sindacali. Ha delocalizzato, ha frenato gli investimenti in Italia, è arrivato a sfidare lo Stato. Le sue dimissioni determineranno una svolta", afferma il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra, mentre il leader della Cgil Maurizio Landini, chiede che la presidenza del Consiglio convochi Stellantis e i sindacati "per discutere quali politiche industriali e quali investimenti si fanno nel nostro Paese". "Quello di Tavares è un capitolo chiuso, purtroppo disastroso per l'occupazione e per l'azienda. Per il futuro ci aspettiamo discontinuità e coraggio", aggiunge il segretario generale della Uil, PierPaolo Bombardieri. Nel mirino dei sindacati c'è anche la 'buonuscita' di Tavares stimata in 100 milioni. Secondo alcune valutazioni avrebbe percepito uno stipendio annuale di circa 40 milioni di euro negli ultimi anni. Per questa cifra è stato definito il manager del settore automobilistico più pagato al mondo.