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Nel 2024 Milano è al quarto posto
Nonostante la crisi dell’industria tedesca, Francoforte si prepara a chiudere l’anno come regina d’Europa, con l’indice in crescita del 18%. Bene anche Piazza Affari, trainata soprattutto dalle banche, che con un +11,25% si piazza appena dietro ad Amsterdam (+11,26%) e Madrid (+13,5%). Al vertice del listino Unipol (+127%) e Mps (+115%), male invece i titoli industriali e dell’energia
Le banche sostengono il listino di Piazza Affari, che si prepara a chiudere l'anno in quarta posizione in Europa, con un rialzo dell'11,25% dallo scorso 2 gennaio. Lo precedono di poco la Borsa di Amsterdam (+11,26%), in modo più sensibile quella di Madrid (+13,51%) e, soprattutto, la piazza di Francoforte (+18,70%). Quest'ultima, nonostante le difficoltà dell'economia tedesca, con la Germania percepita ormai come 'ex-locomotiva d'Europa', aspira a ricevere lo scettro di regina d'Europa del 2024. A spingere il listino milanese sono stati finora il gruppo assicurativo Unipol (+127,04%), socio al 15% di Bper (+98,81%) e al 19,7% di Popolare Sondrio (+38,23%), Mps (+115,89%) e Banco Bpm (+60,72%). Seguono Unicredit (+53,27%), Intesa (+45,03%) e Mediolanum (+33,11%). Vera e propria débâcle invece per il comparto industriale da Stm (-47,63%) a Stellantis (-41,48%), Interpump (-8,64%) e Brembo (-19%), quest'ultima, però, fuori dall'indice Ftse Mib. Fanno eccezione Ferrari (+34,86%), Tenaris (+14%), Pirelli (+12%) e Saipem (+68,84%). Difficoltà invece per Campari (-41,15%) e per l'energia, con Eni (-17,1%) ed Erg (-31,98%), mentre resiste Enel (+1,13%). Sotto pressione anche Tim (-17,81%), che nelle ultime due sedute è stata oggetto di importanti prese di beneficio dopo i recenti rialzi, culminati lo scorso 17 dicembre con il titolo sui massimi da inizio marzo.
Quanto all'aspirante regina d'Europa si registra un maggior equilibrio rispetto a Piazza Affari. Ai balzi di Commerzbank (+41,78%) e di Deutsche Bank (+31,43%) fanno da contraltare gli scivoloni di Bayer (-43,69%), Volkswagen (-23,47%), Bmw (-23,02%), Mercedes (-14,55%) e Continental (-16,51%). Non mancano però le eccezioni come il colosso del cemento Heilberg (+47,27%), dal 2016 titolare dell'ex-Italcementi, che dal novembre del 2023 ha assunto la denominazione del gruppo. Notevoli anche i balzi di Deutsche Telekom (+32,97%) e del gruppo medicale Fresenius (+18,28%). In forte calo Porsche (-26,634%), che perde il confronto con Ferrari. Proprio le banche europee, secondo un report di Barclays, sono "attraenti per il 2025 nonostante il contesto difficile". Secondo gli analisti del colosso inglese del credito infatti "i prezzi di oggi non riflettono ancora il miglioramento strutturale del comparto". In particolare, per gli istituti di credito si prospetta la possibilità di un miglioramento del rating dovuto principalmente a tre fattori. Il primo è costituito da un "rischio limitato sugli utili, nonostante la crescita limitata del Pil, con un tasso di rendimento del patrimonio netto tangibile (Rote) a doppia cifra". Il secondo è la maggior crescita prevista del dividendo per azione rispetto a quella dell'utile per azione e il terzo è dato dalla crescita del comparto. Quest'ultima, secondo gli analisti di Barclays, sarà generata da un progresso degli impieghi e dalle possibili fusioni. Nel primo caso vengono segnalati "segni di ripresa", nel secondo caso invece sono sufficienti le recenti mosse di Unicredit su Commerzbank e Banco Bpm per capire che qualcosa sta accadendo.