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Boom dell’export cinese: surplus commerciale record
Nel 2024 l’avanzo della bilancia commerciale cinese sfiora 1.000 miliardi, e Pechino si conferma il maggior esportatore al mondo e il primo partner di oltre 150 Paesi. A spingere le esportazioni è soprattutto il timore dei dazi minacciati da Trump e il surplus verso gli USA è aumentato del 6,9% a 361 miliardi, un terzo del totale. Numeri record per i circuiti integrati e le e-car. Per il Pil è attesa una crescita del 5-5,2%.
La Cina si prepara al ritorno di Donald Trump e presenta un surplus commerciale record nel 2024 prossimo ai 1.000 miliardi di dollari, a quota 992,16: al netto dell'inflazione, il dato supera la performance di qualsiasi altro Paese al mondo nel secolo scorso, tra cui potenze dell'export come Germania, Giappone o Usa. Una crescita impetuosa annua del 21%, sostenuta dalla rapida espansione delle spedizioni alimentata proprio dal tycoon e dai suoi piani bellicosi di una nuova guerra commerciale globale. "Considerati i dazi minacciati, ci aspettiamo che la crescita dell'export rimanga robusta nel breve termine", hanno osservato gli economisti di Nomura. Trump, che giurerà per un secondo mandato da presidente americano il 20 gennaio, è stato rieletto dopo aver promesso tariffe fino al 60% sui beni made in China e altre del 20% a carico di tutti i partner commerciali degli Stati Uniti. La finestra, in altri termini, sta per chiudersi: i dati diffusi a Pechino dalle Dogane hanno rimarcato un massimo storico per le spedizioni di circuiti integrati e veicoli (e-car in testa) in termini di valore e volumi, oltre a un surplus commerciale del Dragone con gli Usa aumentato del 6,9%, a 361,03 miliardi, pari a poco più di un terzo di quello vantato a livello totale.
Le esportazioni generali del 2024 sono salite del 5,9% (+10,7% a dicembre, ben oltre le attese) e le importazioni solo dell'1,1% (+1% lo scorso mese) a conferma di consumi interni asfittici. "La Cina ha consolidato il suo status di maggiore esportatore ed è il primo partner di oltre 150 Paesi", ha affermato Wang Lingjun, vicecapo delle Dogane nel briefing di presentazione dei dati. L'aumento delle spedizioni transfrontaliere, nonché la maggiore domanda estera di veicoli elettrici, batterie e pannelli solari, hanno aiutato il Dragone ad attenuare il rallentamento dell'attività interna, a fronte di un'economia duramente colpita dalla crisi immobiliare e alle prese con la deflazione e i consumi deboli. In pochi anni la Cina è diventata una potenza globale delle quattro ruote grazie all'auto elettrica, superando il Giappone come esportatore leader al mondo con 6,407 milioni di veicoli venduti nel 2024 (+22,8%) per un valore record di 117,35 miliardi (+15,5%). Tuttavia, le tariffe Ue anti-sussidi all'import delle e-car made in China e i piani di Trump si avviano a cambiare gli scenari. Gli economisti stimano che la leadership mandarina dovrà spostare l'attenzione sul fronte interno tra rilancio dei consumi e politiche monetarie e fiscali più accomodanti per stabilizzare la crescita.
Intanto, il governatore della Banca centrale (Pboc) Pan Gongsheng ha assicurato che la Cina "è sulla buona strada" per centrare il target di crescita del Pil 2024 di 'circa il 5%', grazie alla "serie di politiche incrementali introdotte da settembre che hanno notevolmente rafforzato la ripresa". A dispetto dei vari rischi maturati negli ultimi anni, "l'economia ha dimostrato forte resilienza, contribuendo per circa il 30% alla crescita globale", ha osservato Pan all'Asian Financial Forum di Hong Kong. A breve Pechino diffonderà i dati sul Pil del quarto trimestre e dell’intero 2024: gli analisti ipotizzano valori tra il 5 e il 5,2%, ultime battute di calma prima delle turbolenze del Trump 2.0.