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Sammontana punta al raddoppio del fatturato e alla Borsa
A sei mesi dall’acquisizione del Forno d’Asolo, il gruppo italiano delinea un piano di crescita volto all’internazionalizzazione del marchio Sammontana con un piano di acquisizioni mirate negli Stati Uniti, in Francia e in Germania. Obiettivo: 2 miliardi di fatturato (di cui il 30% all’estero) con una marginalità sui livelli attuali e, nel 2028-2029, lo sbarco a Piazza Affari
Un raddoppio del fatturato entro il 2028 e lo sbarco in Borsa come obiettivo di fine percorso. Sammontana Italia disegna la sua traiettoria di sviluppo per i prossimi anni, a solo sei mesi dal closing della fusione con Forno d'Asolo realizzata dalla famiglia Bagnoli insieme a Investindustrial di Andrea Bonomi e dal senior management dei due gruppi industriali. La nuova holding guidata dall'amministratore delegato Alessandro Angelon e presieduta da Leonardo Bagnoli, con un fatturato di oltre 900 milioni, punta a sfiorare i 2 miliardi entro il 2028 con un livello di marginalità "che è lo stesso di quanto si è fatto negli ultimi anni", commenta Angelon. Per farlo il gruppo realizzerà investimenti di carattere industriale e commerciale, puntando sull'internazionalizzazione del marchio Sammontana, in particolare verso gli Stati Uniti, ma anche Francia e Germania con un "piano di acquisizioni mirate". A tendere, l'obiettivo del gruppo è di realizzare circa il 30% del proprio fatturato all'estero, contro l'attuale 18 per cento.
Sammontana non esclude però "fra qualche anno" di tornare al progetto quotazione, "fattibile entro il 2028-2029", segnala il ceo. Direzione confermata da Bagnoli, secondo cui "la Borsa è un obiettivo" e "lavoreremo per arrivare ad avere una quotazione a conclusione di un certo ciclo". Se l'operazione Piazza Affari, per quanto ancora lontana, andasse in porto non sarebbe esclusa un'uscita di scena di Investindustrial. Dalla società di private equity il vicepresidente Roberto Ardagna spiega che "quando sarà il momento" di valutare l'Ipo "ci siederemo" e "la Borsa è sicuramente una delle potenziali alternative di monetizzazione, ma anche per dare un'ulteriore visibilità a queste aziende di qualità e alla crescita che hanno avuto a livello globale".
Prosegue intanto l'integrazione tra Sammontana e Forno d'Asolo, soggetta a alcune condizioni imposte dall'Antitrust. Secondo quanto risulta all'ANSA, l'azionariato del gruppo è composto dalla famiglia Bagnoli che detiene il 57%, da Investindustrial al 42% e dal senior management con circa l'uno per cento. Tra le richieste dell'Antitrust vi era anche la cessione della società milanese Lizzi. "E' attualmente in un processo di vendita a terzi", conferma Bagnoli spiegando che l'operazione "si dovrebbe chiudere entro i primi mesi dell'anno, quindi entro febbraio" e che "per definizione Lizzi sarà venduta all'estero": non ci sono infatti "soggetti italiani" interessati.