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POLITICA MONETARIA
29/01/2025

La Fed apre l'era Trump con pausa sui tassi

La banca centrale dice di non avere alcuna fretta a intervenire, poiché l’economia è forte, i progressi sul fronte inflazione hanno subito un rallentamento e c’è grande incertezza sugli effetti che potrebbero produrre le decisioni di Trump sul fronte dei dazi e non solo. La Fed, dunque, è in modalità “wait & see” e potrebbe restare ferma fino all’estate. Powell: nessun contatto con Trump

La Fed inaugura l'era Donald Trump lasciando invariati i tassi di interesse. Una pausa attesa e necessaria per valutare l'andamento e le prospettive dell'inflazione dopo la serie di tagli decisi lo scorso anno. E che dimostra anche la cautela della banca centrale andando avanti, fra il rallentamento dei progressi sul fronte dei prezzi - saliti al 2,9% in novembre - e le misure della nuova amministrazione sul fronte del calo delle tasse, della deregulation e dei dazi. "L'economia è forte e ha fatto progressi negli ultimi anni. Il pil nel 2024 dovrebbe essere cresciuto di oltre il 2%", ha detto il presidente della Fed Jerome Powell, spiegando che la politica della banca centrale è "ben posizionata per affrontare i rischi e l'incertezza. Non abbiamo alcuna fretta" di intervenire. Parole che indicano l'ingresso in una nuova fase per la Fed, quello di wait-and-see, attendere e vedere cosa accadrà. "Non sappiamo cosa accadrà sui dazi, sull'immigrazione, sulla politica di bilancio e su quella regolatoria. Dobbiamo lasciare che queste politiche siano articolate prima di iniziare a fare valutazioni plausibili su quelle che potrebbero essere le implicazioni sull'economia", ha messo in evidenza Powell incalzato più volte sulle possibili ripercussioni delle politiche allo studio da parte dell'amministrazione Trump. A chi gli chiedeva un commento sulle recenti dichiarazioni del presidente americano, che dal palco di Davos ha chiesto un calo "immediato" dei tassi spiegando che ne avrebbe parlato con Powell al "momento giusto", il numero uno della Fed ha risposto: "non è appropriato commentare" le dichiarazioni di Trump. E comunque - ha precisato - "non ho avuto alcun contatto" con il presidente.
L'analisi della Fed non coglie di sorpresa Wall Street, che aveva previsto una Fed cauta e un Powell ancora più cauto. I listini americani hanno aperto in calo e hanno proseguito in territorio negativo dopo la decisione della banca centrale, nervosi ancora per l'effetto DeepSeek. Se la Fed non si sbilancia e lascia intravedere la possibilità di una pausa prolungata, anche fino all'estate secondo alcuni osservatori, un taglio dei tassi da parte della Bce nelle prossime ore è dato per acquisito, con il 100% delle scommesse di mercati che puntano su una nuova riduzione da 25 punti base al 2,75%. 
I dazi americani agitano intanto il Canada, sul quale la scure di Trump potrebbe abbattersi già dal primo febbraio. Nel ridurre il costo del denaro per la sesta riunione consecutiva al 3%, la banca centrale canadese ha messo in evidenza che la minaccia di una guerra dei dazi offusca le prospettive economiche del paese. "L'economia dovrebbe rafforzarsi gradualmente e l'inflazione restare vicino al target. Ma se saranno imposti dazi significativi - ha detto l'istituto centrale -, la resilienza dell'economia canadese sarà messa alla prova". 

Autore: ANSA