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Tim giù in Borsa: non piace il matrimonio con Poste
Cassa depositi e prestiti cederà le sue azioni nella società di tlc alla controllata in cambio di una quota di Nexi e di un conguaglio cash. La mossa è un preludio a un’alleanza strategia prima commerciale e poi industriale, con l’unione di Tim e Poste Mobile, ma è stata letta come uno stop alle avances di Iliad e Cvc. Dura la reazione del mercato: Tim perde il 7,5% e scende a 0,28 euro
Tim e Poste promessi sposi. Cdp trasferirà a Poste la sua quota e l’operazione potrebbe trasformarsi in un'alleanza industriale che l'ad di Tim Pietro Labriola, peraltro, non disdegnerebbe. Davanti al fatto compiuto, che qualcuno legge come una mossa del governo per sbarrare la strada ai fondi Cvc o ai francesi di Iliad, la reazione della Borsa è la fuga. Tim aveva appena riconquistato la soglia dei 30 centesimi e la Borsa riversa una doccia fredda sul titolo, che arretra a 28 centesimi perdendo il 7,59% mentre Poste cede lo 0,5% a 14,7 euro. "L'operazione in sé non modifica gli assetti, ma notiamo i commenti del ministro Giorgetti in parlamento che sembrano segnalare una posizione piuttosto fredda del governo sulle ipotesi circolate in queste settimane di progetti prospettati da CVC/Iliad" commentano gli analisti di Equita. Il 9,8% di Tim verrebbe trasferito a Poste (in cambio la Cassa riceverebbe il 3,8% di Nexi e un conguaglio cash), di cui peraltro Cdp è il primo azionista con il 35% e il Mef il secondo con il 29,26 per cento. Il dossier, secondo quanto si apprende, sarà sul tavolo dei rispettivi cda.
L'ad di Tim Pietro Labriola ha spiegato, a margine del Capital Market Day, che entrambi (Poste e Iliad) sarebbero dei partner con una valenza industriale e in particolare la collaborazione con Poste potrebbe partire da un accordo commerciale con accordi distributivi di prodotti sulla rete di Poste per poi diventare strategico (con il consolidamento di Tim con Poste Mobile). Nell'immediato, però, toglie l'appeal speculativo che si era risvegliato nelle ultime sedute sul titolo. I sindacati sono preoccupati: "Assistiamo ad un disastro dietro l'altro in un settore che sprofonda in una crisi sempre più grave" dichiara la Cgil e il timore è di "un ulteriore spezzettamento". L'ad di Tim, Pietro Labriola ha chiarito di non aver avuto ancora nessun contatto né con Iliad né con Poste, ma – secondo Bloomberg - avrebbe già un advisor (UniCredit) che lo dovrebbe aiutare a valutare le opzioni a disposizione dei pretendenti. "In Italia, dopo Fastweb-Vodafone, si esploreranno altre combinazioni - riflettono gli analisti di Mediobanca - Dopo anni di forte concorrenza, lo spazio europeo delle Tlc sta lottando per finanziare gli investimenti in infrastrutture digitali e per remunerare gli azionisti. Il consolidamento non può essere rimandato: la nuova Commissione UE è destinata ad adottare una posizione più proattiva, sostenendo l'agenda di Draghi, aumentando gli impegni per l'innovazione e facilitando le autorizzazioni alle fusioni. Riteniamo che l'accresciuta rilevanza dell'IA sia un campanello d'allarme per i responsabili politici dell'UE, che riflette la necessità di attuare un consolidamento del settore per creare conglomerati in grado di competere su scala globale".