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CONTI PUBBLICI
03/03/2025

Nel 2024 il Pil si ferma allo 0,7%, sale la pressione fiscale

Un bilancio in chiaro-scuro quello relativo alla finanza pubblica nel 2024: la crescita si è fermata al di sotto delle previsioni del governo (+1%) e la pressione fiscale è cresciuta di oltre un punto percentuale, dal 41,4% al 42,6%. Migliore del previsto, invece, il deficit (-3,4%) e il rapporto debito/Pil (135,3%), mentre il saldo primario passa in positivo. Soddisfatto il ministro Giorgetti, “ma il quadro resta problematico”

Nel 2024 la crescita dell'economia si ferma allo 0,7%. Tre decimali in meno dell'obiettivo fissato ufficialmente dal governo. Meglio del previsto invece deficit e debito. Positivo il saldo primario, mentre sale di oltre un punto percentuale la pressione fiscale. L'Istat certifica così lo stato dei conti pubblici dello scorso anno. Un quadro accolto con soddisfazione dal Ministero dell'Economia che, tuttavia, non nasconde le incertezze che gravano sulla crescita futura. "I dati Istat confermano, come da sempre sostenuto con convinzione, che la finanza pubblica è in una condizione migliore del previsto", afferma in una nota il titolare del Mef Giancarlo Giorgetti. "L'avanzo primario certificato dall'Istat è una soddisfazione morale. La crescita corrisponde a quella che avevamo aggiornato a dicembre", spiega il ministro, che definisce il quadro "confortante" e "ragione di soddisfazione". Giorgetti, tuttavia, non nasconde qualche preoccupazione: "Ma non possiamo fermarci - avverte -, ora la sfida è la crescita in un contesto assai problematico non solo italiano ma che coinvolge tutta Europa".
Il ministro aveva lanciato l'allarme già nei giorni scorsi, parlando di recessione "all'orizzonte" e di una "situazione di grande incertezza" in cui la crescita in Europa e in Italia rappresentano un "grande punto interrogativo". Nel Piano strutturale di bilancio a settembre il governo aveva fissato l'obiettivo ambizioso di un Pil al +1,2% quest'anno e al +1,1% il prossimo. Ma le prospettive sono cambiate e lo stesso Giorgetti ha aperto ad una revisione delle stime: "Per il 2025 e 2026 dovremo sicuramente aggiornare le previsioni macroeconomiche, lo si fa ogni anno, lo dobbiamo fare a maggior ragione adesso", ha spiegato. Nell'ultima nota sulla congiuntura l'Upb ha fissato l'asticella del Pil allo 0,8% quest'anno e allo 0,9% il prossimo.
Tornando al 2024, la fotografia scattata dall'Istat mostra una crescita leggermente più alta rispetto alla prima stima diffusa con le rilevazioni trimestrali a fine gennaio (+0,5%): il Pil segna un +0,7%, allo stesso livello del 2023, ma meno del +1% fissato dal governo. Crescono le entrate fiscali e contributive (+5,7%), ma crollano quelle in conto capitale (-72,4%) a causa soprattutto della "significativa riduzione dei contributi a fondo perduto dell'Ue - evidenzia l'Istat - relativi al Pnrr a fronte del rallentamento degli investimenti realizzati". Completano il quadro di finanza pubblica il deficit al -3,4%, che cala (dal -7,2% del 2023) più di quanto stimato dal governo (-3,8%), e il debito al 135,3% del Pil (sotto la soglia psicologica dei 3mila miliardi, a 2.965,711), con un aumento (dal 134,6% del 2023) inferiore a quello previsto dall'esecutivo (135,8%). Migliora anche il saldo primario, che misura l'indebitamento netto meno la spesa per interessi e che passa in positivo al +0,4% del Pil, dal -3,6% del 2023. Mentre cresce di oltre un punto percentuale la pressione fiscale: al 42,6% dal 41,4% del 2023.

 
 

Autore: ANSA