Focus On

RISIKO BANCARIO/2
19/03/2025

Mps corre e azzera lo sconto dell'Ops su Mediobanca

A Piazza Affari il titolo della banca senese è cresciuto, grazie anche a un “buy” di Deutsche Bank, e la crescita della quotazione ha ridotto lo sconto implicito nell’offerta di scambio su Mediobanca allo 0,5%, circa 74 milioni di euro. Ad aprile si terrà a Siena l’assemblea per deliberare l’aumento di capitale e l’ad Lovaglio conta già su un 40% di voti favorevoli: improbabile una bocciatura dei soci

A quasi due mesi dall'annuncio, si azzera lo sconto implicito nell'offerta di scambio di Mps su Mediobanca rispetto ai corsi di Borsa di Piazzetta Cuccia. Complice un report di Deutsche Bank, che ha promosso il Monte a 'buy' (acquistare) e alzato l'obiettivo di prezzo a 8,6 euro, Mps ha messo a segno un'altra convincente seduta a Piazza Affari (+2,5% a 7,82 euro), aggiornando i massimi dall'aumento di capitale del 2022. Gli acquisti coinvolgono anche Mediobanca (+1,1%) che però nelle ultime settimane non è riuscita a tenere il passo. Siena, crescendo ad una velocità maggiore, ha visto rivalutarsi la sua offerta: le 2,3 azioni proposte in cambio di un'azione Mediobanca valgono 17,99 euro euro a fronte dei 18,07 euro a cui ha chiuso la banca di Alberto Nagel in Borsa. Lo sconto si è assottigliato allo 0,5%, l'equivalente di 74 milioni di euro.
Se le oscillazioni sono naturali in un'offerta di scambio, il recupero di Siena sembra sottendere a una maggiore fiducia nelle potenzialità di un'operazione che il governo vede favorevolmente mentre ha sollevato, subito dopo il lancio, i dubbi tra gli analisti, preoccupati che Mediobanca possa perdere banchieri e ricavi, e viene bollata dalla stessa banca come fortemente distruttiva di valore. Timori che hanno trasformato il premio iniziale del 5% in uno sconto a doppia cifra. "Il mercato è preoccupato per il rischio di dispersione degli utili di Mediobanca, ma calcoliamo che solo il 3-6% sarebbe a rischio", afferma Deutsche Bank. Si tratta di 225 milioni di euro, per 110 milioni ad 'alto' rischio e per la restante parte a 'medio' rischio. La loro perdita "non impedirebbe un aumento" dell'utile per azione di Mps, atteso in crescita dagli 0,8 euro del 2025 a 1,1 euro nel 2025 e un rialzo "significativo" dei dividendi. Viceversa, solo "un collasso molto importante e quasi irrealistico" delle divisioni di wealth management, private banking e cib, che valgono 1,7 miliardi di ricavi, causerebbero "una transazione distruttiva di valore e diluitiva".
Il primo banco di prova per l'Ops sarà l'assemblea del 17 aprile a Siena. Per approvare l'aumento di capitale al servizio dell'offerta serviranno i due terzi dei voti. L'ad Luigi Lovaglio, che continua ad incontrare investitori, potrà contare su una base di partenza di "circa il 40%" del capitale grazie ai voti del Mef, di Delfin, di Caltagirone a cui si dovrebbero aggiungere il Banco e Anima. "Se ipotizziamo circa il 40-45% dei voti a favore dell'acquisizione, questo implica che almeno il 23% degli azionisti dovrebbe opporsi alla transazione per bloccarla". Un esito giudicato "improbabile", anche alla luce dei risvolti positivi che l'operazione potrebbe avere per Mps. Tra i quali figurano le "riserve di valore" nascoste nelle pieghe del bilancio di Mediobanca, da un portafoglio immobiliare sottovalutato a asset registrati al valore di costo fino alla "possibile liberazione di capitale non ancora dedotto" in relazione alla quota in Generali. Elementi che potrebbero contribuire alla "ulteriore accelerazione della politica di distribuzione" dei dividendi della nuova Mps.


 

Autore: ANSA