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Azimut contro Assogestioni sulla lista per il cda
Il presidente e fondatore della sgr parla di “vendetta” per l’uscita di Azimut dall’associazione, che punterebbe a ottenere la maggioranza alla prossima assemblea di Azimut per eleggere 4 membri in cda. Assogestioni respinge con fermezza le accuse, ma Giuliani minaccia di lasciare se la lista dei fondi ottenesse la maggioranza dei voti: “sarebbe una sfiducia nei confronti di chi ha portato Azimut dove è ora”
Volano stracci tra Azimut e Assogestioni. Il presidente e fondatore della società di gestione del risparmio, Pietro Giuliani, si scaglia contro l'associazione che rappresenta i gestori italiani, colpevole, a suo dire, di aver presentato una lista di minoranza che in realtà punterebbe ad ottenere la maggioranza dei voti in assemblea così da far eleggere tutti e quattro i suoi candidati in consiglio. "Non credo che, in generale, ma in particolare in un momento come questo, le società abbiano bisogno di tensioni all'interno dei cda", afferma Giuliani, che parla di "vendetta" per l'uscita di Azimut da Assogestioni nel 2022. "Avvalora questa tesi", secondo Giuliani, il fatto che lo statuto di Azimut riservi un solo posto alle minoranze, mentre la lista del Comitato dei gestori potrebbe ottenere l'elezione di tutti i suoi 4 candidati se risultasse la più votata in assemblea.
"Si sta cercando di attuare ciò che, in politica, vengono definiti 'giochi di palazzo', dove si vuole esprimere il 40% del cda con appena l'1,7% del capitale" depositato a supporto della lista "dai pochi associati resisi disponibili ad una brutta azione come questa" (Banco Poste, Fideuram, Eurizon, Mediolanum, Apg, Bnp, Interfund, Kairos). Ad aprire la lista è Vincenzo Delle Femmine, presidente di Fintecna, generale della Guardia di Finanza ed ex vicedirettore dell'Aisi (Agenzia informazioni e sicurezza Interna), a cui seguono i profili 'legali' di Anna Doro, Cristina Sgubin e Federico Ferro Luzzi. Il Comitato dei gestori ha depositato anche una lista di 4 candidati per il collegio sindacale, di cui già da tre anni esprime la maggioranza.
Le accuse sono respinte "con fermezza" da Assogestioni, da cui si sottolinea “l'autonomia" tra Comitato e associazione: le liste per i cda "sono dei gestori - elencati con chiarezza e trasparenza - e non di Assogestioni", ragion per cui "ogni accostamento è inopportuno, oltre che privo di fondamento". Ma Giuliani non ci sta e minaccia di sbattere la porta se i fondi dovessero superare la lista del patto di sindacato a cui aderiscono circa 2.000 consulenti, dipendenti e manager di Azimut. "Difficilmente riuscirei a non tenere conto di quello che considererei un gesto di sfiducia da parte della maggioranza degli azionisti", afferma Giuliani, secondo cui votare la lista dei fondi vorrebbe dire "non apprezzare" il lavoro di chi ha contribuito ai risultati di Azimut sia in Borsa sia per i clienti.
Lo scontro arriva nel giorno della nomina dell'ad di Eurizon, Maria Luisa Gota, alla presidenza di Assogestioni, al posto di Carlo Trabattoni. "Sono grata della fiducia accordatami per raccogliere le redini e proseguire nel percorso di responsabilità che impone il ruolo e la rilevanza della nostra associazione".