Focus On

PREVIDENZA
10/04/2025

I Fondi pensione valgono 243 miliardi

Il patrimonio della previdenza complementare vale quasi l’11% del Pil italiano e a fine 2024 i fondi pensione costituivano il 4% delle attività finanziarie delle famiglie italiane. Per quanto riguarda i rendimenti, nell’ultimo decennio i fondi aperti in media hanno più del Tfr (2,4% contro 2,2%) mentre quelli negoziali si sono fermati al 2%. Meglio di tutti, i nuovi piani individuali: 2,9%

Valgono 243 miliardi, più del 10% del nostro Pil e riguardano più di 10 milioni di italiani. E' la fotografia scattata dalla Covip sui fondi pensione che evidenziano la crescita annuale delle forme pensionistiche complementari e alla fine dello scorso anno costituivano il 4% delle attività finanziarie delle famiglie italiane. Lo scorso anno, spiega la presidente facente funzioni della Commissione di vigilanza sui fondi pensione Francesca Balzani, in audizione San Macuto, il patrimonio dei fondi era pari a 224,4 miliardi. I portafogli sono variegati a livelli internazionale ma la parte del leone la fanno i titoli di stato, che rappresentano circa il 38% dei portafogli e salgono addirittura al 72,9% nel caso degli investimenti domestici, che però segnano un calo rispetto al passato.
Risultati alterni sui rendimenti con una differenziazione tra i fondi negoziali e quelli aperti: i secondi, infatti, tra il 2014 e il 2025 hanno reso in media il 2,4%, superando i rendimenti del Tfr che si sono attestati intorno al 2,2%; peggio è andata per i fondi negoziali che hanno reso soltanto il 2%. Meglio tra tutti la traiettoria dei Piani individuali pensionistici nuovi che hanno reso in media il 2,9%. Tutt'altra storia però, per fortuna, complice l'andamento dei mercati, il risultato del solo anno scorso: nel 2024 i rendimenti netti dei fondi negoziali sono stati del 6% a fronte di una rivalutazione del Tfr dell'1,9% mentre quelli dei fondi aperti sono stati del 6,5% e quelli dei Pip nuovi del 9%, dato legato all'andamento dei mercati. Numeri positivi considerando il ruolo sempre più importante della previdenza complementare per il futuro pensionistico degli italiani e gli orizzonti variabili. In giornata l'Istat ha confermato come "coerente l'allungamento della speranza di vita con tre mesi in più per andare in pensione in vista della prossima scadenza del 2027, confermando però che "esiste un margine temporale di intervento qualora il legislatore decidesse, come avvenuto in passato, di sterilizzare gli aumenti". 


 

Autore: ANSA