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Gli italiani sono pronti a investire
Secondo il sesto rapporto Assogestioni-Censis, sette risparmiatori su dieci si rendono conto che la liquidità parcheggiata nei conti correnti non è più garanzia di sicurezza e 6 su 10 si dicono interessati a investimenti a lungo termine. L’88%, però, gestisce i risparmi con grande prudenza a causa del clima di incertezza. Crescono i tentativi di truffa e cresce la domanda di educazione finanziaria
Da tradizionale popolo di risparmiatori, gli italiani si preparano a diventare investitori. Oltre sette su dieci, infatti, ritengono che la liquidità parcheggiata sui conti correnti non sia più una garanzia di sicurezza finanziaria e il 60% si dice interessato a investimenti a lungo termine. Ma il cambiamento non è privo di rischi: quasi uno su due (47,8%) ha ricevuto proposte di investimento nel trading online rivelatesi poi truffe. È quanto emerge dal sesto rapporto Assogestioni-Censis, presentato nella giornata conclusiva del Salone del Risparmio che non a caso ha dedicato un ampio spazio anche all'educazione finanziaria, in un'edizione, la quindicesima che si è chiusa con oltre 20.000 partecipanti. Rispetto al 2022, la quota di chi è disposto a investire è cresciuta (era il 47,9%) e aumenta anche la preferenza per investimenti di durata pari o superiore a cinque anni, passata dal 47,9% al 60 per cento. Tuttavia, l'88,1% degli italiani sostiene di gestire i propri risparmi con maggiore prudenza, condizionato da un clima di forte incertezza. "Gli italiani si confermano un popolo di grandi risparmiatori", commenta Costanza Corsini, ricercatrice del Censis. "Il loro - aggiunge - è un approccio cauto e pragmatico, che spesso li protegge dalle minacce finanziarie".
I tentativi di raggiro restano però numerosi: il 47,8% ha ricevuto, via social o telefono, offerte legate al trading online che si sono poi rivelate truffe. Il 51,9% ha ricevuto messaggi sospetti (email, sms o social) in cui veniva chiesto di fornire dati sensibili come numeri di carte o conti. Inoltre, il 59,5% ha visto pubblicità ingannevoli di piattaforme che promettono alti guadagni con piccoli investimenti, omettendo i rischi. Per ovviare a queste incognite, cresce la necessità di sviluppare progetti di educazione finanziaria. Sempre secondo il rapporto, del resto, il 58,8% dei risparmiatori sarebbe disposto a dedicare del tempo per migliorare le proprie competenze economiche. "Agli italiani manca il controllo finanziario", osserva Nadia Linciano, segretario generale Consob. "Sono molto attenti alle spese quotidiane, ma meno alla pianificazione di lungo periodo. L'educazione finanziaria è fondamentale per aiutare le persone a realizzare i propri progetti e a indirizzare i risparmi verso l'economia reale", evidenzia Linciano. In compenso l'Italia sta migliorando l'Italia "non è al top nelle classifiche internazionali per educazione finanziaria, però neanche in fondo e qualche miglioramento c'è stato negli ultimi anni", ricorda Magda Bianco.
Il Salone del Risparmio con le sue 20mila presenze si è chiuso dando appuntamento già alla prossima edizione: dal 5 al 7 maggio 2026, sempre all'Allianz MiCo. "In questi tre giorni abbiamo condiviso riflessioni profonde, idee innovative e strumenti concreti per affrontare le trasformazioni in atto nei mercati e nella società. Sono certa che ciascun partecipante tornerà al proprio ruolo arricchito da nuovi stimoli, consapevolezze e connessioni preziose per costruire insieme un futuro più solido e inclusivo per il risparmio italiano", ha detto la presidente di Assogestioni, Maria Luisa Gota.