Focus On

VALUTE/1
17/06/2025

Lagarde sfida il dollaro: “E’ ora dell'euro globale”

La presidente della Bce lancia un appello per approfittare dell’effetto Trump e sottrarre al biglietto verde il ruolo di valuta di riserva globale. Non sarà facile: al momento le banche centrali pensano di sostituire il dollaro con l’oro. Lagarde incalza i Paesi europei sul completamento delle riforme, a partire da mercato unico e unione bancaria, sulla creazione di debito comune e sulla difesa comune

"E' il momento dell'euro globale": la presidente della Bce Christine Lagarde rilancia il ruolo internazionale dell'euro, invitando i Paesi europei ad approfittare dalla crisi di credibilità del dollaro ora che i dazi di Trump stanno terremotando le vecchie alleanze economiche. Ma per l'euro, oggi la seconda valuta di riserva globale col 20% circa contro il 58% del dollaro, strappare un pezzo del 'privilegio esorbitante' storicamente legato alla primazia del dollaro non sarà facile: lo testimoniano i dati del World Gold Council, secondo cui i tre quarti delle principali banche centrali mondiali pensano di ridurre le riserve in dollari nei prossimi cinque anni. Ma per il 95% a sostituirle da qui a un anno non sarà tanto l'euro, quanto l'oro.
Lo sfondo è un'America sempre più imprevedibile sullo scacchiere geopolitico e su quello commerciale, con la corsa di Trump a mettere dazi che ha fatto crollare i bond governativi americani e allo stesso tempo indebolito le quotazioni del dollaro. Due asset che storicamente si muovono in direzione opposta: la fuga coincidente da entrambi ha fatto parlare di una crisi del dollaro. Se Trump flirta con l'idea di rilanciare il dollaro con le stablecoin, l'Europa guarda all'euro digitale per il futuro dei pagamenti. Ma, soprattutto, all'opportunità senza precedenti offerta dagli Usa che spaccano il vecchio ordine economico mondiale. "I mercati aperti e le regole multilaterali si stanno fratturando, e persino la pietra angolare del sistema, il ruolo dominante del dollaro, non è più una certezza", dice Lagarde in un editoriale sul Financial Times. Per l'Europa c'è l'occasione di "prendere maggiormente controllo del proprio destino e far sì che l'euro acquisti rilievo globale". Finanziare il debito sarebbe meno costoso, come lo è stato per gli Usa grazie al fatto che la domanda globale di biglietti verdi è garantita dalla denominazione in dollari di gran parte dei commerci globali. E' quello che negli anni '60 l'allora ministro delle Finanze francese Valéry Giscard d'Estaing chiamava "privilegio esorbitante". Poi ci sarebbe uno 'scudo' da sanzioni e misure coercitive: cenno implicito a un futuro europeo emancipato dal 'bastone finanziario' degli Usa, che con un ordine esecutivo possono escludere un Paese dai pagamenti internazionali.
Il fatto è che "non succederà in automatico: dobbiamo guadagnarcelo", riconosce la presidente della Bce. Serve – in un'Europa a crescita lenta - la potenza economica, quella che fra le due guerre mondiali consentì al dollaro di sostituirsi alla sterlina: a partire dal completamento del mercato unico fino all'unione bancaria e a quella dei risparmi e investimenti, in un'Europa oggi più preoccupata di difendere l'influenza politica nazionale sulle banche. Serve il 'safe asset' ossia debito denominato in euro in quantità sufficienti per soddisfare una domanda globale: Lagarde non lo dice ma sono gli eurobond. Servono il superamento del potere di veto di un singolo Paese, la difesa dello Stato di diritto in un mondo che oggi sembra guardare altrove. E serve 'hard power' ossia proiezione di quella potenza militare che i Paesi europei da soli non hanno: una difesa davvero comune, tanto invocata quanto politicamente ardua. 

Autore: ANSA