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RISIKO BANCARIO/3
19/06/2025

Da Bruxelles disco verde a Unicredit-Banco Bpm

L’Antitrust europeo dà il via libera all’acquisizione a fronte dell’impegno a cedere 209 filiali per compensare i problemi di concorrenza che sarebbero insorti a livello locale per consumatori e Pmi. 
Orcel segna così un punto a suo favore in attesa della decisione di merito del Tar sull’uso del golden power e della pronuncia della Dg Comp sullo stesso tema. Da lunedì 23 giugno riparte l’Ops

Disco verde dell'Antitrust Ue all'acquisizione di Banco Bpm da parte di Unicredit, subordinata al pieno rispetto degli impegni assunti. Il gruppo di Piazza Gae Aulenti garantisce la cessione di 209 filiali che andranno - assicura l'istituto - ad operatori qualificati. Per Bruxelles l'impegno risolve pienamente le preoccupazioni di concorrenza. Secondo la Commissione, "l'operazione, come modificata dagli impegni, non solleverà più preoccupazioni in materia di concorrenza nei mercati dei depositi e dei prestiti, sia per i consumatori al dettaglio che per le piccole e medie imprese". L'Ue ha poi respinto la richiesta dell'autorità garante della concorrenza italiana di rinviare la concentrazione alla sua valutazione. Mentre Palazzo Chigi ha smentito "categoricamente" ricostruzioni di stampa secondo cui la presidenza del Consiglio dei ministri avrebbe richiesto il trasferimento della giurisdizione sull'operazione dall'Antitrust europeo a quello italiano.
Nel dettaglio, a livello locale la fusione proposta solleva problemi di concorrenza nei mercati dei depositi e prestiti per consumatori e Pmi, sottolinea Bruxelles, evidenziando la forte sovrapposizione tra le attività e le filiali delle due banche in 181 aree locali, con rischio di potere di mercato eccessivo, aumento dei prezzi e riduzione della concorrenza. Problema superato appunto dall’impegno alla cessione degli sportelli. A livello regionale, invece, nessuna preoccupazione per i servizi alle grandi imprese, poiché vi sono altri concorrenti ben consolidati. L'Antitrust Ue non vede poi alcun rischio di coordinamento nel mercato bancario italiano, grazie alla natura frammentata e competitiva del mercato, alla bassa trasparenza dei prezzi al consumo; al limitato monitoraggio reciproco tra concorrenti.
"Prendiamo atto della decisione" e "come sempre non entriamo nel merito ma esprimiamo la nostra preoccupazione", è la posizione dell'ad di Banco Bpm, Giuseppe Castagna che sulle cessioni degli sportelli vede "delle ricadute anche significative sull'erogazione dei servizi alla clientela oltre che occupazionali". Andrea Orcel incassa invece un altro punto a favore. Intervenendo all'ultima giornata dello Young Factor, il top manager torna ad evidenziare l'interventismo "dei governi soprattutto europei" sulle fusioni e acquisizioni" anche domestiche tanto che Bbva in Spagna ha "gli stessi problemi che abbiamo noi", dice. In Lussemburgo il tema lo porta il Fondo Monetario Internazionale nel rapporto presentato riunione dell'Eurogruppo nel quale invita a "ridurre le barriere alle fusioni bancarie transfrontaliere". Il che, sostiene il Fondo Monetario, "contribuirebbe ad aumentare i finanziamenti e stimolare la concorrenza". Parla del risiko bancario anche l'Ivass, sostenendo che c'è massima attenzione perché le fusioni "avranno, se realizzate, significativi effetti anche sul sistema assicurativo", spiega il presidente Luigi Federico Signorini.
Da lunedì 23 giugno, Unicredit ripartirà con l'ops dopo aver ottenuto dalla Consob un congelamento di trenta giorni. Mentre il 9 luglio al Tar sarà discusso nel merito il ricorso della banca contro le modalità di esercizio del golden power. Un nodo che resta aperto anche a livello europeo con la Dg Comp che si deve esprimere e potrebbe offrire una sponda all'istituto. "Lato golden power le prescrizioni sono giuste, poi in sede di monitoraggio Dio vede e provvede. Niente di nuovo sul fronte occidentale", è il commento del sottosegretario all'economia Federico Freni che giudica come "scontato" l'ok arrivato dall'antitrust. Tra le condizioni poste dal governo, la più stringente sembra essere quella sull'uscita dalla Russia. E su questo punto Unicredit torna a correggere "alcune informazioni pubbliche circolate". La presenza nel Paese "non è in conflitto con alcuna posizione internazionale", ribadisce in una nota Gae Aulenti sottolineando che il gruppo "rispetta pienamente tutte le leggi applicabili e il quadro sanzionatorio", così come "opera secondo standard più stringenti o in linea con tutti i requisiti dell'Autorità di vigilanza dell'Ue". In più "le attività sono state drasticamente ridotte dall'inizio del conflitto, a un ritmo più veloce di qualsiasi altra società concorrente".

Autore: ANSA