Focus On

Vittoria Google in tribunale: evitato lo spezzatino
Il colosso di Mountain View non dovrà vendere il browser Chrome né cedere Android e potrà continuare a pagare per essere il motore di ricerca predefinito, ma dovrà condividere i dati con i concorrenti. E’ quanto ha stabilito il giudice Amit Mehta respingendo la richiesta di spezzatino avanzata dal Dipartimento di Giustizia USA dopo la condanna per monopolio nella ricerca online
Google scampa il peggio. Il giudice Amit Mehta ha respinto la richiesta di spezzatino del Dipartimento di Giustizia per risolvere l'accusa di monopolio nei confronti di Mountain View. Google potrà mantenere Android e Chrome e potrà continuare a pagare terzi per essere il motore di ricerca di default, ma dovrà condividere con le rivali i dati e non siglare accordi esclusivi. "Nonostante il loro potere, i tribunali devono affrontare il compito di elaborare rimedi con una sana dose di umiltà. Questo tribunale lo ha fatto", ha detto il giudice Amit Mehta che, con la sua decisione, offre un primo 'manuale' da seguire per i tribunali americani che stanno perseguendo gli altri colossi tecnologici. La sentenza sul monopolio di Google è infatti la prima del suo genere nell'era moderna di internet e la maggiore riguardante la Silicon Valley dal caso Microsoft di 20 anni fa. Per Google la decisione è un sospiro di sollievo evidente anche a Wall Street, dove i titoli volano del 6,2%. Nonostante il risultato soddisfacente, Mountain View non intende mollare e ha assicurato, secondo quanto riportato dai media americani, che farà ricorso. Per il governo americano la decisione è invece un duro colpo agli sforzi di regolamentare il settore big tech: sia l'amministrazione Biden sia quella Trump avevano chiesto alla giustizia rimedi ben più estremi in merito a Google così da inviare un segnale all'intero settore.
La giustizia americana aveva aperto un'indagine contro Google nel 2020, durante la prima amministrazione Trump. Nel 2024 è poi arrivata la storica sentenza, in cui Mountain View era ritenuta una monopolista nella ricerca online. Il governo aveva presentato una lista di rimedi severa, ed era stato aspramente criticato da Google. La decisone del giudice Mehta rimuove l'incertezza e sembra in grado di rassicurare anche gli altri colossi della Silicon Valley.