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Intesa Microsoft-Antitrust Ue sulla piattaforma Teams
Il colosso di Redmond svincolerà Teams dalle suite aziendali Office 365 e Microsoft 365: il gruppo dovrà offrire versioni senza Teams a un prezzo ridotto, permettere agli attuali clienti di effettuare il downgrade alle versioni senza Teams, garantire la portabilità dei dati e l’interoperabilità con i prodotti concorrenti. Il mancato rispetto degli impegni comporterà multe fino al 10% del fatturato globale
Intesa tra Microsoft e l'Antitrust europea: la Commissione Ue ha accettato gli impegni del colosso informatico Usa per rispondere ai rilievi sull'integrazione della piattaforma di comunicazione Teams nelle suite aziendali Office 365 e Microsoft 365. Il gruppo di Redmond offrirà versioni senza Teams a prezzo ridotto, consentirà la portabilità dei dati e garantirà interoperabilità con prodotti concorrenti. "Con questa decisione - ha detto la vicepresidente della Commissione Ue Teresa Ribera - si apre la concorrenza in un mercato cruciale e le imprese potranno scegliere liberamente gli strumenti di collaborazione più adatti".
Gli impegni, resi vincolanti per sette anni, mirano a ristabilire condizioni di concorrenza in un comparto dominato per lungo tempo dall'integrazione obbligata di Teams con le applicazioni di produttività di Redmond. Le misure coprono quattro aree principali: la possibilità di acquistare versioni delle suite senza Teams, l'obbligo di prevedere un prezzo inferiore per queste versioni, la garanzia di interoperabilità con applicazioni di terzi e la portabilità dei dati. Per quanto riguarda interoperabilità e data portability, la durata degli impegni è più estesa: dieci anni.
L'applicazione degli accordi sarà sorvegliata da un trustee indipendente, incaricato di monitorare il rispetto degli obblighi, mediare in caso di dispute tra Microsoft e concorrenti e riferire periodicamente a Bruxelles. Se il gigante Usa non dovesse rispettare le condizioni, l'Antitrust Ue potrà imporre multe fino al 10% del fatturato globale o sanzioni giornaliere fino al 5% del giro d'affari.
La vicenda prende avvio nel 2023, quando Slack - oggi parte di Salesforce - presentò un reclamo accusando Microsoft di abuso di posizione dominante. Poco dopo si aggiunse la tedesca Alfaview. La Commissione aprì un'indagine formale, contestando che l'inclusione automatica di Teams nelle suite aziendali violasse l'articolo 102 del Trattato Ue, ostacolando la concorrenza nei servizi di comunicazione e collaborazione sul cloud. Dopo la comunicazione degli addebiti nel 2024 e un intenso confronto con il mercato, Microsoft aveva già introdotto alcune modifiche volontarie, giudicate però insufficienti. Il pacchetto finale di impegni è stato messo alla prova con un market test tra maggio e giugno 2025. I risultati hanno portato a un rafforzamento delle misure, in particolare con l'aumento del divario di prezzo fra le suite con e senza Teams del 50% rispetto alla proposta iniziale. Oggi la differenza oscilla fra 1,50 euro e 8 euro a seconda della tipologia di pacchetto, dalle versioni base fino agli abbonamenti destinati alle grandi imprese. Un capitolo rilevante riguarda la possibilità per i clienti già legati da contratti pluriennali di passare alle versioni senza Teams prima della scadenza naturale delle licenze. Un elemento pensato per evitare che l'ampia base installata di Teams continui a condizionare la concorrenza. Allo stesso modo, la portabilità dei dati garantirà che le chat e i documenti possano essere trasferiti su piattaforme concorrenti senza ostacoli tecnici. Gli impegni riguardano in prima battuta lo Spazio economico europeo, ma Microsoft ha deciso di estendere la stessa logica di offerta e prezzi anche a livello globale. Il caso non tocca gli utenti privati: qui la dinamica è diversa, con molti prodotti gratuiti disponibili e una minore incidenza delle funzioni collaborative.