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Avanti con l’euro digitale: la Ue trova compromesso
Entro fine anno il via libera politico. Obiettivo: ridurre la dipendenza dai colossi americani Visa e Mastercard e dalle stablecoin made in Usa, rafforzando l'autonomia strategica dell'Eurozona. I ministri dell’Eurogruppo – allargato anche a sette Paesi che non appartengono all’Eurozona – fisseranno il tetto alle disponibilità in euro digitale (l’ipotesi è di 3mila euro). Alla Bce la decisione finale
L'euro digitale entra nella sua fase decisiva. I ministri delle Finanze Ue hanno trovato a Copenaghen il compromesso che prepara l'accordo politico entro fine anno. L'obiettivo è chiaro: ridurre la dipendenza europea dai colossi Usa dei pagamenti come Visa e Mastercard e dalle nuove stablecoin americane, rafforzando l'autonomia strategica dell'Eurozona. "Oggi raggiungiamo l'accordo politico su come definire l'intero processo tra Bce e Stati", ha sottolineato anche il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, parlando di "uno strumento a difesa della nostra sovranità finanziaria". Il ministro ha però avvertito come sia "cruciale" trovare delle compensazioni per cittadini ed esercenti (banche incluse). I costi dell'euro digitale, ha esortato poi, dovranno essere più bassi di quelli delle tradizionali carte di pagamento.
A Copenaghen Giorgetti ha anche sollevato il tema di un euro troppo forte rispetto al dollaro e penalizzante per l'export: "Non può essere ignorato, rappresenta una sorta di secondo dazio sulle nostre esportazioni", ha detto. Un pungolo alla Banca centrale, sul quale da quanto filtra a Copenaghen, ci sarebbero stati anche altri interventi. La presidente Bce Christine Lagarde da parte sua avrebbe replicato solo richiamando i compiti previsti per l'istituto centrale dai Trattati. Sull'euro digitale l'intesa all'Eurogruppo, allargato anche agli altri sette Paesi Ue non appartenenti all'Eurozona, prevede che i ministri avranno voce sia sul lancio sia sulla definizione dei limiti di detenzione. E' stata insomma concordata una procedura, che servirà anche a stabilire il tetto massimo alle disponibilità in euro digitale (circolano ipotesi di una soglia 3mila euro, ma non se ne sarebbe già parlato). La decisione finale sarà in capo alla Bce, soprattutto sulla base della stabilità finanziaria. Di certo sarebbe stata ribadita la volontà di far dell'euro digitale un sistema alternativo di pagamenti e non di depositi. Da definire invece i modelli di compensazione e tutela della privacy, con anche la scelta della tecnologia fuori dai lavori dell'Ecofin (blockchain o altro). Il presidente dell'Eurogruppo Paschal Donohoe ha parlato di "un ampio consenso" su un equilibrio che "rispetta pienamente il mandato e le prerogative di ciascuna istituzione coinvolta nel progetto". Per Lagarde "quanto discusso e approvato all'unanimità" a Copenaghen è un "punto di partenza per un ulteriore lavoro che continuerà in Parlamento, al Consiglio e a livello tecnico".
La moneta unica digitale "è anche una dichiarazione politica sulla sovranità dell'Europa e sulla sua capacità di gestire i pagamenti, anche transfrontalieri, con un'infrastruttura e una soluzione europee". Per il commissario Ue all'Economia Valdis Dombrovskis si è registrata "una svolta significativa" sull'euro digitale: "l'accordo fornisce un nuovo slancio agli sforzi per raggiungere un approccio comune in Consiglio entro la fine dell'anno". L'attesa è che Bce possa quindi avere il quadro giuridico a metà del prossimo anno per poter lanciare operativamente la moneta digitale in due anni e mezzo circa.