Focus On
La frenata di ottobre
Nuovi segnali di fragilità della ripresa cinese: il mese scorso la produzione industriale è cresciuta del 4,9% su base annua, in calo rispetto al 6,5% di settembre e ben al di sotto dell’atteso 5,5%. Con il freno tirato anche le vendite al dettaglio, salite di appena il 2,9% a dispetto della settimana festiva della Golden Week. Sui dati pesa il calo dell’export (-2,1%), mentre gli investimenti si contraggono dell’1,7%
L'economia cinese mostra nuovi segnali di difficoltà a ottobre, con la crescita della produzione industriale ai minimi da oltre un anno, i consumi stagnanti e gli investimenti in immobilizzazioni materiali in contrazione oltre le attese, a sottolineare le corpose sfide di Pechino tra la debolezza delle esportazioni e la prolungata crisi del settore immobiliare. La produzione industriale è salita del 4,9% annuo, in calo dal 6,5% di settembre e meno del 5,5% atteso, secondo i dati diffusi dall'Ufficio nazionale di statistica: il trend è stato in parte determinato dal calo del 2,1% dell'export, sulla frenata della domanda globale. L'automotive, invece, è rimasto tra i comparti positivi (+16,8%). Le vendite al dettaglio, invece, sono salite di appena il 2,9%, meno del 3% di settembre e più del 2,7% di previsione, rallentando per il quinto mese di fila fino ai minimi da oltre un anno, a dispetto della settimana festiva della Golden Week, quest'anno eccezionalmente lunga. Insomma, nuova linfa per la deflazione. In più, tra i beni di maggior consumo, le vendite di auto sono scese del 6,6%, quelle di elettrodomestici e apparecchiature audio-video del 14,6%, proprio mentre il Paese conclude la sua più lunga campagna di shopping online promozionale del Singles Day (11 novembre) sulle principali piattaforme di e-commerce. Gli investimenti in immobilizzazioni materiali si sono contratti dell'1,7% nei primi 10 mesi del 2025, peggioramento il saldo negativo (-0,5%) di gennaio-settembre. La componente in infrastrutture si è ridotta dello 0,1%, la prima contrazione dal 2020, mentre quella relativa all'immobiliare ha accusato un tonfo del 14,7%. I dati, in altri termini, hanno sottolineato la natura fragile e disomogenea della ripresa cinese, con i settori delle infrastrutture e immobiliare che pesano sulla crescita, nel mezzo delle tensioni commerciali congelate con gli Usa, grazie alla tregua di fine ottobre raggiunta dai presidenti Donald Trump e Xi Jinping. I mercati azionari cinesi non hanno nascosto la delusione per i dati con le Borse di Shanghai (-0,97%), Shenzhen (-1,36%) e Hong Kong (-1,85%) che hanno chiuso in negativo. Il calo degli investimenti in immobilizzazioni materiali "è ancora più grave per gli investimenti privati (-4,5% da inizio anno), segnalando un'ulteriore erosione della fiducia delle imprese. Per il settore immobiliare, abbiamo il dato peggiore finora: un tonfo del 14,7%", ha osservato Alicia Garcia Herrero, capo economista per l'Asia Pacifico di Natixis. Le vendite sono in rallentamento e la produzione, che sta frenando, "potrebbe essere alla base della lieve ripresa - da livelli molto negativi - dei prezzi alla produzione. E' l'unico dato positivo di ottobre", ha concluso Garcia Herrero. Troppo poco per alimentare l'ottimismo.