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Italia più lontana dagli obiettivi
Presentato il Rapporto 2021 che fotografa lo stato dell’arte rispetto ai 17 obiettivi fissati dall’Agenda 2030. Si registrano progressi solo su tre target (energia, cambiamento climatico, pace e giustizia), mentre il Paese arretra su povertà, salute, istruzione, parità di genere, occupazione, disuguaglianze, città, biodiversità terrestre, cooperazione. “Non c’è più tempo da perdere” dice la presidente di AsviS
La pandemia ha allontanato l'Italia dagli obiettivi dell'Agenda 2030 e la marcia indietro fatta sullo sviluppo sostenibile con un miglioramento in soli 3 obiettivi su 17, minaccia la possibilità per il nostro Paese di raggiungere i traguardi necessari nei tempi fissati. Accelerare quindi, è un imperativo perché il tempo non basta più e se il Pnrr ha buttato le basi per accelerare su molti fronti, sono necessari però una maggiore definizione degli obiettivi e un monitoraggio del percorso più stringente. E' questo il risultato che emerge dal Rapporto 2021 "L'Italia e gli obiettivi dello Sviluppo sostenibile" presentato da ASviS in occasione della giornata inaugurale del Festival che fino al 14 ottobre vedrà più di 600 eventi dedicati alla sostenibilità in tutta Italia.
In dettaglio, l'Italia mostra segni di miglioramento per energia, cambiamento climatico, pace e giustizia; è rimasta stabile per altri tre: fame, acqua, innovazione; ma è peggiorata per ben nove obiettivi: povertà, salute, istruzione, parità di genere, occupazione, disuguaglianze, città, biodiversità terrestre, cooperazione. Una situazione che senza cambiamenti rapidi farà sì che su 32 target quantitativi, l'Italia potrebbe riuscire a centrare o ad avvicinarsi solo a 7 con prospettive invece negative o decisamente negative su ben 15 target, tra i quali: povertà o esclusione sociale, parità di genere nell'occupazione, emissioni di gas serra, qualità dell'aria. "Non possiamo più perdere tempo, dobbiamo mettere a frutto tutte le nostre energie per portare avanti un cambiamento", avvertono il presidente di AsviS Marcella Mallen e Pierluigi Stefanini anche perché "se da un lato è cresciuta la comprensione della gravità delle sfide che dobbiamo affrontare, dall'altro possiamo registrare segni di cambiamento, ancorché insufficienti, nelle condizioni politiche per affrontarla". Ed anche se speranze arrivano dall'avvio del Piano nazionale di ripresa e resilienza, per l'Italia un po' malmessa fotografata dell'ASviS, la sostenibilità servirà anche a recuperare in competitività. Lo sottolinea il ministro per le Infrastrutture e le mobilità sostenibili Enrico Giovannini: "la competizione si fa anche sulla riduzione delle emissioni, sul rispetto dei diritti dei lavoratori" e per questo scopo il " Pnrr è una rivoluzione, con tutti i suoi limiti e problemi, perché si possono fare le cose anche in modo diverso, e il Pnrr lo dimostra".
Anche perché, sottolinea il presidente di Unicredit Pier Carlo Padoan, "l'economia italiana sta vivendo una crescita impensabile. La vera sfida è come rendere permanenti questi tassi di crescita " e per fare questo serve "un modello di crescita sostenibile" ed è necessario, sottolinea la presidente di Assonime Patrizia Grieco, "attuare le riforme in grado di attrarre i capitali che servono per rendere la crescita vigorosa", in un mercato italiano da tempo un po' asfittico.
Indispensabile è però che la transizione ecologica avviata "sia inclusiva" e prenda in considerazione tutti gli aspetti, anche sociali, del problema, spiega il presidente di Enel, Michele Crisostomo, ad esempio con azioni di politica attiva legate a tutti gli obiettivi di sostenibilità.