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VERSO LA STRETTA
12/01/2022

L’inflazione Usa schizza al 7%

A dicembre la corsa dei prezzi non si ferma e coinvolge anche categorie di beni e servizi che non hanno registrato problemi con la pandemia. Era quasi 40 anni che non si registrava un incremento del genere. Fed pronta a intervenire: secondo gli analisti già a marzo il primo rialzo dei tassi. Biden sempre più in difficoltà: rischia di perdere consensi in vista delle elezioni di midterm

L'inflazione americana corre e schizza in dicembre al 7%, al livello più alto da quasi 40 anni:era infatti dal giugno 1982 che non si registrava un balzo così forte. La galoppata dei prezzi spiana la strada a un rialzo dei tassi di interesse da parte della Fed già in marzo. E rappresenta una nuova tegola per Joe Biden, esponendo l'amministrazione a ulteriori critiche per la gestione dell'economia soprattutto in vista delle elezioni di metà mandato del 2022. La volata dei prezzi al consumo getta infatti un'ombra sulla solida ripresa economica e sul recupero del mercato del lavoro, che lo scorso anno ha creato 6 milioni di posti con un tasso di disoccupazione sceso al 3,9%. Per il presidente americano, già in calo nei sondaggi, si tratta di una grana non indifferente: il caro-vita pesa sempre di più sui portafogli delle famiglie americane e rischia di far perdere voti ai democratici alle midterm del prossimo novembre. "Stiamo facendo progressi nel rallentare la velocità di aumento dei prezzi. Ma abbiamo ancora lavoro da fare", dice Biden osservando come l'inflazione è un fenomeno globale che sta colpendo quasi tutte le economie avanzate.
A preoccupare è il fatto che ancora non si intravede all'orizzonte un picco per i prezzi al consumo. Da mesi la Casa Bianca spera in un rallentamento della corsa, ma senza successo: le strozzature alle catene di approvvigionamento continuano con Omicron, concedendo un margine strettissimo alle aziende per soddisfare la crescente domanda dei consumatori. I dati di dicembre mostrano come i prezzi delle auto usate e dei generi alimentari continuano a salire rapidamente, segnando incrementi rispettivamente di quasi il 40% e del 6%, e segnalano che il caro-vita si sta ampliando anche alle categorie di beni e servizi non travolte dalla pandemia. Gli affitti infatti corrono, così come le cene ai ristoranti e i mobili per cucine e sale da pranzo, schizzati del 17,3%. I prezzi della benzina sono invece scesi in dicembre dello 0,5% anche se su base annua restano il 49,6% più cari.
Il dilagare dei rincari e il rischio che si radichino spingerà la Fed ad agire come paventato dal presidente Jerome Powell, affermano gli analisti, che danno quasi per scontato un primo rialzo dei tassi in marzo. La Fed e la Casa Bianca continuano a sostenere che la corsa dei prezzi rallenterà nella seconda metà del 2022 con l'allentarsi delle tensioni alla catene di approvvigionamento. Una speranza che al momento non offre alcuna boccata di ossigeno ai consumatori americani. 

Autore: ANSA