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CRIPTOVALUTE
20/05/2021

La Cina le mette al bando, il Bitcoin crolla

Mano pesante della banca centrale cinese, che vieta la fornitura di servizi relativi al trading di criptovalute e mette in guardia gli investitori dai rischi di questi strumenti. Un duro colpo per il Bitcoin che nei giorni scorsi aveva subito anche il dietrofront di Tesla, che non lo accetterà più come mezzo di pagamento. La criptovaluta brucia 500 miliardi di capitalizzazione

Dopo Elon Musk, la Banca centrale cinese assesta un duro colpo alle criptovalute e fa affondare i Bitcoin, che a un certo punto hanno accusato una perdita di oltre il 30%, a 30.000 dollari, bruciando 500 miliardi di capitalizzazione di mercato per poi ridurre la perdita a -10%. La Cina ha vietato agli istituti finanziari e alle società di pagamento di fornire servizi relativi alle transazioni di criptovaluta e ha messo in guardia gli investitori dal suo trading speculativo: un'ultima mossa, in nome della stabilità dei mercati, per neutralizzare quello che era un fiorente mercato del trading digitale, ma dal potenziale effetto destabilizzante. In base al divieto, tali istituzioni, comprese banche e canali di pagamento online, non devono offrire ai clienti alcun servizio che coinvolga le criptovalute, in base a a una dichiarazione congiunta di National Internet Finance Association of China, China Banking Association e Payment and Clearing Association of China, che ha ripreso le indicazioni della Banca centrale. Quanto basta per scatenare un mix esplosivo, in aggiunta al patron di Tesla che pochi giorni fa ha annunciato che il colosso delle auto elettriche non accetterà più Bitcoin per l'acquisto di auto: la criptovaluta di punta è scesa a minimi di oltre tre mesi, mandando in fumo oltre il 50% rispetto al record di quasi 65.000 dollari di aprile e proseguendo la settimana di vendite nello spazio crittografico. Ether, la moneta principale per la rete blockchain di Ethereum, è stata anche bruscamente colpita dalle vendite, scivolando sotto i 2.000 dollari e perdendo oltre il 40% del suo valore in meno di 24 ore. Sotto pressione anche la californiana Coinbase che ha subito perdite a due cifre.
Anche Tesla, con tutti tecnologici, è finita sotto pressione, ma Musk è sembrato non voler arretrare verso la criptovaluta. Con degli emoji, il patron di SpaceX ha scritto su Twitter che “Tesla has diamond hands”, un'espressione per indicare la volontà di un investitore di mantenere invariata la sua posizione nonostante i potenziali rischi e le perdite. I titoli della compagnia di auto elettrica sono calati a Wall Street del 5,4%, scivolando ben al di sotto del record di circa 300 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato di gennaio.
La mossa della People's Bank of China (Pboc) non è stata la prima contro la valuta digitale. Nel 2017 chiuse le piattaforme di criptovaluta, soffocando un mercato speculativo pari al 90% del commercio globale di Bitcoin, nonostante le 'fonderie' o 'miniere' di produzione dei Bitcoin continuino a fiorire nel Paese, al punto da mandare in tilt le forniture elettriche in intere province, come nel caso della Mongolia interna. A giugno 2019, la Banca centrale emise una nota in cui affermava che avrebbe bloccato l'accesso a tutti gli scambi di criptovaluta nazionali ed esteri e ai siti Web di offerta iniziale di monete, con l'obiettivo di reprimere tutto il trading di criptovaluta con il divieto di cambio. Nell'occasione, la banca centrale cinese lanciò anche un monito che può aiutare a leggere l'ultimo tracollo delle criptovalute: “i rischi del trading, essendo valute virtuali, poggiano anche sul fatto che non sono supportate dal valore reale”, i loro prezzi sono “facilmente manipolabili” e i contratti di trading non sono protetti dalla legge cinese.
 

Autore: ANSA