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MATERIE PRIME
23/08/2021

Dal rame al petrolio, riparte la corsa

Dopo una settimana di forte correzione, le quotazioni delle materie prime rimbalzano con decisione e – secondo operatori e analisti – sono destinate a rimanere su livelli elevati nonostante i timori per la variante Delta. La ragione? Gli eccessi speculativi sono venuti meno, le scorte di petrolio e di metalli continuano a diminuire e l’Opec non ha alcuna intenzione di aumentare la produzione 

Le vendite copiose a cui si è assistito la scorsa settimana sulle materie prime sono state un fuoco di paglia, oppure devono essere considerate come l'inizio di un'inversione di tendenza della dinamica rialzista in vigore da un anno e mezzo? E' su questo interrogativo che si stanno arrovellando gli operatori delle sale trading alla luce del marcato rimbalzo dei prezzi delle principali commodities. Dal rame al nichel, passando per il petrolio e il gas naturale, la giornata di contrattazioni si chiude
sotto il segno degli acquisti. Tra i migliori performer il Brent che, trovando supporto proprio sulla media mobile a 200 giorni, uno degli indicatori tecnici più monitorati dai trader, ha prodotto un rimbalzo superiore al 4,50%, oltre i 68 dollari al barile, dopo la débâcle del 7% della scorsa settimana. 
In effetti, se da un lato i timori 'macro' sullo stato dell'arte dell'economia mondiale si sono recentemente acuiti alla luce della diffusione della variante Delta, i fondamentali 'micro' della maggior parte delle materie prime rimangono solidi, come dimostra il calo delle scorte per oltre 5 milioni di barili a cui si è assistito solo la scorsa settimana. Ad alimentare gli acquisti di oro nero – spiegano gli operatori londinesi - giunge anche la consapevolezza secondo cui l'Opec restituirà al mittente la richiesta del presidente americano Joe Biden di aumentare la produzione al fine di provocare lo sgonfiamento dei prezzi del carburante arrivati a fine luglio a livelli che non si vedevano dall'ottobre 2014 a 2,36 dollari il gallone. “Riad non ha apprezzato l'apertura di Washington a Teheran”, spiega un gestore, aggiungendo come proprio “le preoccupazioni sull'impatto che la diffusione della variante Delta possa sortire sui consumi, soprattutto quelli aerei, offrano un pretesto per riaprire i rubinetti”. Non va poi tralasciato il fatto che, dopo le vendite della scorsa settimana, il posizionamento rialzista dei trader sia stato ridotto per un equivalente di 233 milioni di barili, decongestionando così il mercato dagli eccessi speculativi.  Nel complesso, dunque, la maggior parte delle banche d'affari mantiene una view rialzista sul comparto energetico. Proprio venerdì scorso Rabobank aveva evidenziato come il mercato petrolifero rimarrà “teso” e che i prezzi torneranno a salire.
Ad aver trovare supporto sulla media mobile a 200 giorni è anche il rame il cui contratto a 3 mesi scambiato al London Metal Exchange, che viene utilizzato dagli operatori come indicatore benchmark, si appresta a chiudere in rialzo di oltre il 2% a 9.246 dollari la tonnellata. Secondo alcuni trader londinesi, il rimbalzo sarebbe determinato dal cosiddetto 'bargain hunting', ossia dagli acquisti opportunistici che solitamente arrivano dopo una marcata fase di correzione. Proprio la scorsa settimana il metallo aveva registrato un calo del 6% in scia ai timori del mercato sul rallentamento dell'economia mondiale arrivando a 8.750 dollari. Ad alimentare l'ottimismo ci ha pensato Goldman Sachs che, in una nota diffusa ai clienti, ha spiegato come il prezzo dei metalli industriali sarà sostenuto dal deficit sul mercato fisico. “Le scorte di tutti i metalli di base si sono esaurite nel terzo trimestre e per la maggior parte stanno diminuendo al ritmo più veloce registrato da inizio anno - spiega la banca -. In particolare, notiamo come le scorte di rame in Cina siano ora inferiori di circa il 30% rispetto al picco di metà trimestre, mentre gli indicatori ad alta frequenza, come i premi fisici e l'arbitraggio delle importazioni, indicano tutti una tendenza al restringimento del mercato”.Poiché la domanda migliora stagionalmente da settembre, aiutata dalla riduzione degli effetti di blocco e da alcuni probabili aggiustamenti delle politiche di supporto, Goldman Sachs prevede che “questa configurazione offrirà supporto per una tendenza al rialzo dei prezzi sia del rame che dell'alluminio”. 
 

Autore: ANSA