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ARMISTIZIO COMMERCIALE
29/01/2021

La Ue cerca la pace con Biden sui dazi

Dal summit virtuale di Davos, Dombrovskis, vicepresidente Ue e Commissario al Commercio estero, ribadisce la volontà di mettere fine alla spirale di dazi e ritorsioni dell’era Trump e fare marcia indietro “purché ciò avvenga mutualmente”. Sul tappeto restano però due nodi: il surplus commerciale della Germania e l’accordo d’investimento tra Unione europea e Cina

L'Europa difende il suo accordo d'investimento con la Cina, e tende la mano al neoeletto presidente Joe Biden per deporre le armi sul fronte commerciale con gli Usa, terreno di uno scontro aperto durante i quattro anni dell'amministrazione Trump. Il diavolo è nei dettagli, specie in un settore complesso come il commercio estero dove nessuno si aspetta un completo dietro-front di Biden allo 'status quo ante' pre-Trump. Ma le parole di Biden a favore di un approccio più multilaterale dopo l'America First del suo predecessore, assieme a un contesto amico come la pur virtuale Davos Agenda, con tema dominante il cambiamento climatico dove l'Europa si trova ora fra i Paesi più avanti, danno alla Commissione europea l'occasione per prendere l'iniziativa. E così, durante uno dei panel del World Economic Forum, Valdis Dombrovskis, vicepresidente esecutivo e Commissario al Commercio estero, non nasconde che dopo gli schiaffi presi da Trump, dalle minacce al settore automobilistico europeo a quelle al vino e ai formaggi, l'Ue ha scelto “un approccio di autonomia strategica”.
Significa che Bruxelles resta impegnata per il multilateralismo - e non potrebbe essere altrimenti con la sua forte dipendenza dall'export, che dà lavoro a un occupato su sette - ma si è fatto più “assertiva” e pronta a difendere i suoi interessi commerciali. In quest'ottica, Dombrovskis fa sapere di aver già avviato un confronto preliminare con l'amministrazione Biden per sanare la frattura creata negli anni di Trump, a partire dalla corsa alle ritorsioni reciproche per gli aiuti di Stato a Boeing e Airbus: “siamo ansiosi di mettere questa disputa alle nostre spalle”. Fino ai dazi Usa sull'acciaio e alluminio europei cui erano seguite, anche qui, ritorsioni europee: “siamo pronti” a fare marcia indietro, dice Dombrovskis, “purché naturalmente ciò avvenga mutualmente”.
Resta da vedere quanto il surplus commerciale europeo, largamente dovuto alla Germania, rappresenterà un ostacolo. Un altro problema non da poco sono i rapporti commerciali strettissimi di parte dell'Europa con la Cina, che resta un avversario strategico per Biden. A Washington la chiusura dell'accordo di investimenti Ue-Cina ha fato sollevare più di un sopracciglio. Visto dall'Europa, quell'accordo potrebbe essere uno strumento negoziale in più con gli Usa, con i quali resta il nodo assai spinoso della volontà europea di tassare i colossi del web e dare una stretta allo “strapotere” di Facebook & co. In quell'accordo Dombrovskis vede “aperture sostanziali” di Pechino rispetto alle asimmetrie commerciali: “L’Ue doveva recuperare terreno” anche rispetto agli Usa che hanno concluso con la Cina una prima tranche di accordi. Ma il commissario lettone non nasconde che restano macigni, come il furto di proprietà intellettuale, e che “c'è ancora molta strada da fare”. E fa capire che l'Europa vorrebbe giocare la partita sul piatto della bilancia nella rappacificazione commerciale con Washington: “ci aspettiamo un maggiore impegno da parte dell'amministrazione Usa”. 

Autore: ANSA