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POLITICA MONETARIA
31/03/2021

La Bce alza la voce per fermare i rendimenti

La Bce non teme la sfida dei mercati e Lagarde ammonisce: “abbiamo un’intera batteria di strumenti per fermare la corsa dei rendimenti”. Tuttavia, la presidente chiede alla politica di darsi da fare per affiancare al più presto gli stimoli monetari con gli stimoli fiscali del Recovery plan, perché il divario di crescita tra Europa e Stati Uniti rischia di ampliarsi ulteriormente

Un avvertimento lanciato ai mercati, “possono sfidarci quanto vogliono, ma la Bce ha un'intera batteria di strumenti” per fermare la corsa dei rendimenti. E un appello alla politica, affinché dispieghi lo stimolo di bilancio del recovery fund al più presto i modo da affiancarlo allo stimolo monetario di Francoforte. La presidente della Bce Christine Lagarde non poteva andare oltre, nella situazione sospesa che vede l'economia dell'Eurozona indietro rispetto agli Usa: il maxi-stimolo del presidente Joe Biden, 1.900 miliardi per l'economia cui ora si aggiunge un piano da 2.000 miliardi di investimenti infrastrutturali, e i tempi di vaccinazione più veloci, rischiano di ampliare il divario di crescita sulle due sponde dell'Atlantico. Ma, soprattutto, fanno parlare di un ritorno dell'inflazione che partendo dai treasuries di rimando trascina al rialzo i rendimenti europei, inasprendo le condizioni finanziarie. Per impedirlo, la Bce ha già accelerato a oltre 20 miliardi di euro gli acquisti di debito del piano per l'emergenza pandemica, il 'Pepp'. Lagarde, forse, avrebbe voluto fare di più: ma i 1.850 miliardi complessivi del Pepp sono ancora utilizzati solo per metà: c'è tempo per eventualmente rilanciare, cosa che richiederebbe di convincere i governatori 'falchi' che al contrario già smaniano per una 'cura dimagrante' monetaria. La risposta, per tenere a bada gli investitori scettici sulla determinazione di Francoforte, è che “ci vorrà un bel po' di tempo” prima che la Bce riduca lo stimolo monetario: la crescita 2021 dell'area euro sarà di circa il 4%, dalla primavera è attesa la ripresa, ma la Bce aspetterà che l'economia torni ai livelli pre-Covid, a metà del 2022. Nel frattempo, “dispiegheremo tutto (il Pepp, ndr), oppure no, oppure di più”, spiega la presidente della Bce a Bloomberg Surveillance.
Un impegno che alcuni giudicano vago e insufficiente, specie se i tassi sui bund tedeschi o i Btp italiani dovessero riprendere a correre mettendo sotto pressione il credito a imprese e famiglie che la Bce cerca di spingere al massimo: per ora i titoli tedeschi sono a -0,33% da -0,60% di dicembre, ma restano storicamente bassi. I Btp a 0,66%, non lontani dai minimi storici e con lo spread sotto 100.  Di fatto, la Bce è in attesa che allo stimolo monetario, e a quello dei bilanci nazionali, si affianchi al più presto lo stimolo da 750 miliardi del Next Generation Eu. “L'area euro ha bisogno che lo stimolo fiscale continui ad essere potente ed efficace, ecco perché ci aspettiamo un veloce utilizzo del Next Generation Eu. Speriamo molto che sia dispiegato nella seconda metà del 2021”, dice Lagarde. I Paesi che più ne hanno bisogno, come l'Italia, sperano nell'anticipo già a giugno, che potrebbe valere 27 miliardi solo per la Penisola. Serviranno le ratifiche dei Parlamenti nazionali agli 'eurobond' per finanziare il recovery e ora c'è l'ostacolo della Corte suprema tedesca che minaccia di bloccare la dotazione di 'risorse proprie' che serve per il recovery. E a Francoforte non possono che incrociare le dita: “speriamo” che la Corte di Karlsruhe sia veloce, dice Lagarde, e “che si trovi il modo di rispettare quello su cui ci si è accordati a luglio”. 
 

Autore: ANSA