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ASSICURAZIONI
24/02/2021

La quota di Cattolica fa gola, il titolo corre

Non c’è solo Finint interessata a rilevare il 12,3% del capitale che la compagnia detiene sotto forma di azioni proprie e che dovrà cedere entro fine anno. Un’offerta è arrivata da Plavisgas, ma Cattolica si è limitata a prenderne atto. E altri potenziali corteggiatori potrebbero farsi avanti. O almeno, il mercato ne è convinto e il titolo sale del 7,45% a 4,58 euro, ai massimi da inizio anno

Cattolica vola in Borsa spinta dall'interesse di diversi soggetti ad entrare nella compagnia puntando al pacchetto di azioni proprie in portafoglio, pari al 12,3% del capitale. Così, mentre la Finint di Enrico Marchi è al lavoro per coagulare una cordata radicata nel Nordest che rilevi circa il 10% di Cattolica, un altro gruppo di imprenditori veneti, riuniti nella società Plavisgas, si è già fatto sotto per la quota. Lo scorso 14 gennaio, a quanto ha appreso l'ANSA, l'amministratore delegato di Plavisgas, Oscar Marchetto, ha inviato una lettera all'ad di Cattolica, Carlo Ferraresi, manifestando l'interesse per il pacchetto, da rilevare prima dell'aumento di capitale da 200 milioni di euro che la compagnia si è impegnata a realizzare entro la fine di luglio. L'operazione, a detta degli offerenti, avrebbe disinnescato i rischi legati al collocamento dei diritti di opzione (Cattolica non può sottoscrivere l'aumento) e garantito la copertura della ricapitalizzazione sulla quota. Ma la risposta di Cattolica è stata interlocutoria. Dopo 4 settimane, il 14 febbraio, la compagnia si è limitata a comunicare di aver preso “atto dell'interesse manifestato”, ricordando come l'Ivass abbia chiesto la dismissione delle azioni entro fine anno “senza imporre condizioni o forme di sorta” e come “allo stato” non sia “possibile formulare indicazioni più precise su modalità e tempistiche realizzative”.
Cattolica, che ha pagato 5,47 euro le azioni del recesso (circa il 9% del capitale), ha infatti interesse a massimizzare l'incasso ed è fiduciosa che il mercato riconoscerà il valore dell'accordo con le Generali e le prospettive della società, una volta cambiata la governance, nell'assemblea del 13-14 maggio. Plavisgas - al cui capitale partecipano le famiglie Stevanato, Codognotto, Marchetto, Dal Mas, De Bortoli e l'avvocato Massimo Malvestio -  ha interpretato la risposta come un rifiuto, nonostante la società disponesse di mezzi propri per 40 milioni, frutto delle plusvalenze in Ascopiave, e della disponibilità dei soci a iniettare nuove risorse. A questo punto la cordata potrebbe rientrare in gioco con l'aumento, qualora lo ritenesse conveniente. 
Se Plavigas si è mossa in un'ottica finanziaria (la società ha già fatto arbitraggi in occasione del recesso) e senza particolari legami con l'attuale governance (oggetto anzi di critiche in passato da parte di Malvestio), un'eventuale cordata di Finint, che ha invece rapporti d'affari con Cattolica, appare amichevole sia rispetto alle Generali, primo azionista con il 24,4% del capitale, che al management, a cui si deve l'accordo con il Leone. L'interesse per la compagnia (il pacchetto di azioni proprie sembrerebbe avere anche altri potenziali corteggiatori) intanto continua a fare bene al titolo, salito del 7,45% a 4,58 euro, sui massimi da inizio anno, e in ripresa del 19% dai minimi di 
fine gennaio. 
 

Autore: ANSA