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CRISI BANCARIE
17/12/2020

Mps: “Ci servono 2,5 miliardi”

Rocca Salimbeni precisa l'entità del fabbisogno di capitale per riportare i coefficienti patrimoniali al  livello stabilito dalla Bce e rimettere in sesto il conto economico, che resterà in rosso anche nel 2021. Il pieno prevede il ritorno all'utile nel 2023 e 2.670 esuberi di qui al 2025. Intanto, indiscrezioni parlano di nozze con Unicredit, sotto la regia del Tesoro, entro il primo trimestre

Un fabbisogno patrimoniale tra i 2 e i 2,5 miliardi di euro per far fronte alla carenza di capitale e ai costi di ristrutturazione necessari per rimettere in sesto il conto economico, che beneficerà di 2.670 esuberi netti al 2025 e ritornerà in utile nel 2023, dopo aver acciuffato il pareggio di bilancio nel 2022. Gli obiettivi del piano strategico di Mps, approvato dal consiglio di amministrazione e messo a punto dall'ad Guido Bastiani, guardano lontano, al 2025. Ma tanta lungimiranza rischia di infrangersi con la fretta del Tesoro di uscire dal capitale, in ottemperanza agli impegni presi con la Ue, portando l'istituto senese tra le braccia di Unicredit che, dopo l'ascesa di Pier Carlo Padoan alla presidenza e il passo indietro di Jean Pierre Mustier, continua ad essere indicata come il porto di elezione per Rocca Salimbeni. Dell'urgenza del Tesoro sono ben coscienti a Siena, dove il piano è stato elaborato "ipotizzando iniziative strategiche coerenti con un sostanziale mantenimento dell'attuale modello operativo e dell'infrastruttura tecnologica della banca, al fine di non porre vincoli ad ipotesi aggregative". Secondo Bloomberg, una fusione Mps-Unicredit - con il Tesoro alla regia - potrebbe essere definita entro marzo e sottoposta alle assemblee in aprile, agevolata da una 'dote' pubblica di (altri) 4-5 miliardi, tra nuovo capitale e agevolazioni fiscali. "Nessuna decisione è stata presa fino ad ora", replicano dal Mef, dove si conferma solo che sono in corso "le attività necessarie per dare attuazione alla decisione del governo di vendere". No comment da Unicredit, il cui cda ha escluso operazioni dannose per la sua posizione di capitale.
Per conseguire i suoi obiettivi, il piano di Mps punta su "iniziative industriali capaci di creare rapidamente valore, con contenuti rischi di realizzazione". Le assunzioni sottostanti sono ritenute "prudenziali", con un Pil sotto i livelli pre-covid e tassi fermi per almeno un triennio. Il piano sarà trasmesso al Mef, che dovrà discuterlo con la Dg Comp, per i profili antitrust relativi agli aiuti di Stato. Nel frattempo, entro gennaio, Mps sottoporrà alla Bce il capital plan che indicherà le modalità con cui soddisfare un fabbisogno di capitale compreso tra i 2 e i 2,5 miliardi. Risorse che serviranno a coprire una carenza stimata in 0,3 miliardi al 31 marzo e in 1,5 miliardi a fine 2021, esercizio che sarà impattato da oneri di ristrutturazione e dagli effetti della pandemia sul portafoglio crediti.
Alla cessione della banca a Unicredit si oppongono i 5S e il Pd toscano, oltre ai sindacati, preoccupati che gli esuberi annunciati possano raddoppiare, con la deforestazione bancaria di Siena e Firenze. "Il piano industriale di Mps presentato oggi rappresenta, soltanto il primo tempo di una partita molto più complessa - rimarca il leader della Fabi, Lando Sileoni - nella quale incideranno la voglia, l'intenzione e la determinazione delle 'parti interessate' rispetto alle decisioni già prese della Banca centrale europea e della Commissione europea", entrambe schierate per una fusione con Unicredit. 

Autore: ANSA