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POLITICA MONETARIA
07/05/2021

Lagarde: “Finanza green per rafforzare l’euro”

La presidente della Bce delinea uno scenario che porterebbe l’Unione – forte del suo primato green – a far sì che l’euro diventi la valuta di riferimento per il segmento della finanza sostenibile. L’obiettivo sarebbe quello di creare una vera e propria “Unione del mercato dei capitali” che contribuirebbe a fare un passo in avanti nella condivisione dei rischi su scala europea

La transizione ecologica e la finanza green per rafforzare l'euro. Usando le emissioni di bond sostenibili - dove l'Ue ha il primato col 60% del mercato globale - per arrivare a rafforzare il ruolo internazionale dell'euro. E' lo scenario delineato da Christine Lagarde, presidente della Bce, che contribuisce a spiegare il forte interesse dell'Europa all'innovazione digitale da una parte, alla finanza green dall'altra. L'idea di un euro digitale piace a oltre il 60% degli europei, dice Lagarde. E, come spiega il governatore di Bankitalia Ignazio Visco, anche i risparmiatori “stanno cambiando le loro preferenze, optando per strumenti come i green bond o i social bond”. Se, insomma, l'iniziativa europea, dal green new deal fino alla forte impronta sostenibile del recovery plan, risponde all'esigenza politica sollevata dalla 'generazione Greta' e allo sforzo globale contro il cambiamento climatico, c'è anche un'opportunità. L'attivismo europeo risponde anche a una domanda globale da parte degli investitori che sta facendo dell'euro una sorta di valuta di riferimento in questo segmento promettente. Per Christine Lagarde, il green potrebbe essere il motore per arrivare a un obiettivo ambito da anni: quello di costituire, dopo l'Unione bancaria ideata negli anni di Draghi alla Bce, un'unione del mercato dei capitali. Ossia un mercato senza confini nazionali dei bond, delle Borse, dei prodotti finanziari, il cui significato andrebbe ben oltre la possibilità di fare trading senza confini nell'Unione. “Sono fortemente a favore dell'idea di un'unione del mercato dei capitali green”, spiega Lagarde allo State of The Union dell'Università europea di Firenze. 
Arrivarci creerebbe un'infrastruttura in grado di spalmare le perdite finanziarie a livello europeo, attutendo l'impatto nazionale: un passo avanti nella condivisione del rischio, come gli eurobond. Non solo: rafforzerebbe il ruolo internazionale dell'euro, dotando gli investitori globali, incluse le banche centrali, di asset denominati in euro a partire da quel 'safe asset' che sono gli eurobond. Rafforzare il ruolo dell'euro significa maggiore autonomia di politica economica e monetaria, un risultato dai risvolti strategici. Basti pensare che il dollaro, proprio grazie al suo ruolo di principale valuta di riserva, consente agli Usa una domanda costante per i treasury bond con cui Biden può finanziare un maxi-deficit senza doversi preoccupare troppo dello spread. E' quello che venne chiamato il “privilegio esorbitante” del dollaro. La Bce non ambisce a tanto, ma deve difendere e promuovere la fetta europea della 'torta' delle valute di riserva globali. Intanto, però, per la presidente della Bce c'è la sfida quotidiana della politica monetaria: l'Eurotower tira dritto sul programma pandemico 'Pepp', ma ogni giorno ha le sue pene e alle voci dei falchi che vogliono ridimensionarlo si è aggiunta quella del membro lettone del Consiglio direttivo, Martins Kazacs: “Se le condizioni finanziarie rimangono favorevoli, a giugno possiamo decidere di acquistare di meno”. 
 

Autore: ANSA