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PIAZZA AFFARI
06/04/2021

Al timone delle quotate solo il 2% di donne

Il rapporto Consob sottolinea come le donne ai vertici delle società siano pochissime, nonostante nei cda arrivino quasi al 40% previsto dalla legge. Si riduce il peso dei patti di sindacati, ma la gran parte delle società resta non contendibile e il controllo prevalente è quello di tipo familiare. Cresce invece l’attenzione alla sostenibilità anche nelle politiche di remunerazione del management

Meno del 2% di donne nel ruolo di amministratore delegato delle società presenti in Borsa a Milano, al di sotto del 4% per la carica di presidente: un dato forte, anche se la presenza femminile nei Cda delle quotate come consigliere si avvicina al 40% previsto oggi dalla legge. Emerge dal Rapporto Consob sull'evoluzione della corporate governance in Italia, secondo il quale sale la considerazione della sostenibilità nelle scelte aziendali, mentre il ruolo dei patti di sindacato e delle scatole cinesi è in forte ridimensionamento. Il rapporto Consob conferma comunque come un'elevata concentrazione e una limitata contendibilità del controllo continuino a connotare gli assetti proprietari dei gruppi quotati: la metà esatta delle imprese presenti in Piazza Affari sono controllate di diritto e un 11% 'blindate' da un patto di sindacato. Solo il 25% mostra un controllo debole, che resta comunque una presa di fatto, difficile da scalzare. Nei modelli di controllo continua a essere prevalente quello familiare (145 società che pesano per il 25% della capitalizzazione), mentre le imprese a controllo pubblico 'valgono' il 39,7% del totale. Il modello tradizionale di governance è il più adottato dalle società italiane quotate (220 su 224 a fine 2020, 92% della capitalizzazione di mercato) e solo tre imprese preferiscono il monistico (8% del valore del listino), mentre il dualistico è stato gradualmente abbandonato: a fine 2020 è scelto da una sola società, che rappresenta meno dell'1% del mercato.
Alla fine dell'anno scorso erano invece 151 le società quotate che hanno pubblicato una Dichiarazione di carattere non finanziario (Dnf) e a fine 2019 erano 76 i gruppi (35% del listino e quasi l'83% della capitalizzazione) con un comitato di sostenibilità. Un tema sempre più sentito, tanto che nell'ultimo anno è quasi raddoppiato (da 33 a 63) il numero delle società che hanno individuato nella politica di remunerazione dell'amministratore delegato criteri di performance legati alla sostenibilità. Ma, parlando di Piazza Affari, è chiaro che Consob guardi anche al futuro. Così il commissario Paolo Ciocca, durante la presentazione del rapporto, spiega che “l'aggregazione di Borsa Italiana in Euronext, con i relativi risvolti competitivi tra mercati continentali, deve vedere la piazza milanese al centro di questa evoluzione, forte di una riconoscibilità del ruolo e degli investimenti futuri”. 
 

Autore: ANSA