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ROAD MAP
04/03/2021

La Cina alla conquista del mondo

Si riunisce il Parlamento, chiamato ad approvare il nuovo piano quinquennale e quello al 2035. Tra le priorità, l’estensione della classe media, la messa in sicurezza delle supply chain per renderle immuni dalle sanzioni statunitensi e la “normalizzazione” di Hong Kong. Il sorpasso economico sugli Stati Uniti è vicino e Pechino lavora per accrescere la sua influenza nel mondo

La Cina convoca l'evento più importante del suo calendario politico, le 'due sessioni', la riunione annuale, ridotta a una settimana, del suo Parlamento. Prima la Conferenza consultiva del popolo cinese (Cppcc) e, subito dopo, partiranno i lavori del Congresso nazionale del popolo (Npc), il ramo legislativo, chiamato ad approvare il 14esimo piano quinquennale 2021-25 di sviluppo economico e sociale e il programma di lungo termine di 15 anni. Entro la fine di quella road map, nel 2035, la Cina potrebbe trovarsi a sostituire gli Stati Uniti come la più grande economia del mondo. Lo scorso anno, a dispetto del Covid-19, Pechino è cresciuta del 2,3% (unica a essere in positivo tra le grandi nazioni) e ha superato il 70% del Pil Usa, secondo Paese ad averlo mai fatto dopo il Giappone nel 1995. Per Tokyo si trattò del picco, dato che ora l'economia nippponica è scesa a un quarto di quella americana. La Cina, invece, proverà a proseguire la sua 'lunga marcia', con il presidente Xi Jinping che si presenta intanto con la “vittoria contro la povertà assoluta” nel Paese, risultato di una campagna di 8 anni che ha portato – secondo quanto rimarcato dai media ufficiali - a sollevare dall'estrema indigenza gli ultimi 100 milioni di concittadini nelle aree più rurali. Il Congresso, inoltre, si muoverà anche per reprimere ogni critica al Partito comunista, soppesando importanti cambiamenti elettorali per Hong Kong al fine di garantire che il territorio, dopo le grandi proteste pro-democrazia del 2019, sia saldamente sotto il controllo dei "patrioti" cinesi.
Le due sessioni cadono a poco più di un mese dall'insediamento alla Casa Bianca di Joe Biden, la cui amministrazione, vista da Pechino, ha dato finora pochi segnali di cambiamento rispetto al quadriennio turbolento di Donald Trump. Biden mira ad allineare alleati e partner per avviare una "competizione strategica" con la Cina che preoccupa la leadership comunista. Tra gli obiettivi del nuovo piano quinquennale c'è l'estensione della classe media, che conta già 400 milioni, puntando a un Paese ad alto reddito, mentre l'economia sarà meno dipendente dalla domanda esterna e più legata ai consumi interni. Non è chiaro se saranno fornite stime sul Pil, che dovrebbe rimbalzare nel 2021 dell'8,1% secondo le ultime previsioni del Fmi, ma le varie province, regioni e municipalità speciali hanno fissato target oltre il 6%, ha scritto il tabloid Global Times. Del resto, è "completamente possibile" per la Cina raddoppiare il suo Pil o reddito pro capite entro il 2035, aveva detto Xi a novembre. L'incertezza pende anche sulla diffusione del budget militare, nel mezzo delle tensioni con Taiwan e nel mar Cinese meridionale e orientale.
La Cina vuole anche affinare la sua abilità tecnologica in modo da costruire le supply chain, la catena di approvvigionamento, immune alle sanzioni esterne, priorità assoluta dopo lo scontro con gli Usa sul predominio tecnologico. Ma le preoccupazioni di Xi vanno oltre la crescita economica, a partire dalla messa in sicurezza di Hong Kong. Dopo la legge sulla sicurezza nazionale imposta all'ex colonia britannica a giungo 2020, che sanziona secessione, sovversione e tradimento, questa volta il focus è sulla legge elettorale che potrebbe eliminare i 117 grandi elettori nominati dai consigli distrettuali, in mano al fronte pro-democrazia, in vista della scelta del governatore della città del 2022. La Cina sembrerebbe perseguire una strategia a medio termine su tre fronti, ha detto all'ANSA un'autorevole fonte diplomatica: mantenere un ambiente esterno non ostile per concentrarsi sulle priorità interne; ridurre la dipendenza dagli Usa aumentando al contempo la dipendenza del resto del mondo dalla Cina; espandere la portata dell'influenza cinese all'estero. Tutte direttive da bilanciare con la maggiore assertività finora mostrata a tutto campo.

Autore: ANSA