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24/03/2021

L’Fmi rispolvera il suo bazooka da 650 miliardi

Al crescere delle incertezze sulla ripresa economica anche il Fondo monetario si dice pronto a intervenire con l’emissione di Sdr per 650 miliardi di dollari. Janet Yellen è d’accordo, ma vuole ottenere il via libera del Congresso, dove i repubblicani sono assolutamente contrari. Intanto, mentre gli Usa accelerano, la Germania rivede al ribasso le stime di crescita dal 4,2% al 3,7%

I lockdown europei, il balzo dei casi in India e il rallentamento delle aperture in diversi stati americani. Le incognite sulla ripresa mondiale si moltiplicano e spingono il Fondo Monetario Internazionale a rispolverare un piano da 650 miliardi di dollari tramite l'emissione di special drawing rights, la valuta del Fmi. Sul nuovo bazooka il Fondo ha avviato un dibattito informale approfittando dell'appoggio degli Stati Uniti, il maggiore azionista dell'istituto di Washington e l'unico con diritto di veto. Janet Yellen è infatti favorevole all'iniziativa perché convinta che di fronte a una crisi come quella innescata dalla pandemia serva una risposta globale. Ma la strada non è in discesa: il segretario al Tesoro ha assicurato che prima di impegnarsi in via definitiva con il Fondo consulterà il Congresso, dove l'opposizione è forte. I repubblicani hanno infatti bocciato l'iniziativa sposando la tesi dell'ex ministro del tesoro americano. Steven Mnuchin che in precedenza si era opposto fermamente al piano del Fmi visto come le riserve sarebbero state distribuite a tutti i 190 membri del Fondo in proporzione alle loro quote e questo voleva dire che il 70% dell'emissione sarebbe andato ai paesi del G20 e solo il 3% ai Paesi più poveri. “E' vero che i Paesi più ricchi otterranno Sdr”, ma molti si sono già impegnati a “riciclare” i fondi sotto forma di prestiti o concessioni ai Paesi a basso reddito, ha spiegato irritata Yellen al senatore conservatore John Kennedy nel corso di un'audizione in Senato. Un'audizione durante la quale il segretario al Tesoro è stata incalzata ripetutamente dai repubblicani per la sua eccessiva disponibilità con il Fmi a spese dei contribuenti americani, ai quali - hanno detto - il piano del Fmi costerà 180 miliardi di dollari. Una tesi che Yellen ha respinto con forza: “non so dove avete preso questi numeri”.
Il bazooka a cui il Fmi lavora servirebbe a sostenere l'economia globale, di cui gli Stati Uniti si stanno affermando come motore di crescita. Il Pil americano secondo S&P crescerà quest'anno del 6,5%, una velocità decisamente superiore rispetto al 4,2% stimato solo in dicembre, anche se la ripresa del mercato del lavoro resta debole con quasi 10 milioni di americani senza un'occupazione rispetto ai livelli pre-pandemia. In Europa, invece, sulla ripresa pesa l'incertezza dei lockdown nel mezzo della terza ondata di Covid, mentre il piano di vaccinazioni di massa procede a singhiozzo fra i problemi di forniture. In Germania l'Ifo ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita per il 2021 al +3,7% rispetto al +4,2% di tre mesi fa, stimando in 405 miliardi di dollari il costo della pandemia per il 2020-2022. Un rallentamento della locomotiva tedesca pesa sull'intera Europa, che guarda con speranza e preoccupazione all'estate e alla prossima stagione turistica. Il consiglio europeo di giovedì e venerdì offre l'occasione ai leader europei di fare il punto sull'economia e soprattutto sui vaccini, elemento chiave per le riaperture e per la ripresa economica.
 

Autore: ANSA