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23/10/2021

Evergrande evita (per ora) il default

Appena prima del termine del periodo di grazia, il gruppo cinese, a sorpresa, ha onorato la cedola da 83,5 milioni di dollari non pagata a settembre. I guai però non sono finiti, perché tra il 29 e il 30 ottobre dovrà onorare altre due cedole, anch’esse scadute, per quasi 60 milioni di dollari. Se non pagherà sarà default. Intanto alla Borsa di Hong Kong il titolo si + ripreso guadagnando il 4,6%

Evergrande ha predisposto un importante pagamento di interessi offshore alla vigilia della scadenza ultima per evitare il default: la svolta, a sorpresa, è stata comunicata citando "canali rilevanti" dal Securities Times, una testata finanziaria di Shenzhen che fa direttamente capo al gruppo del Quotidiano del Popolo, la voce del Partito comunista. Il secondo sviluppatore immobiliare cinese, oberato da 305 miliardi di dollari, ha scongiurato la prima insolvenza su un bond dopo aver versato 83,5 milioni di dollari per saldare gli obblighi della cedola non onorata il 23 settembre. Infatti, la società avrebbe potuto essere dichiarata inadempiente già domani, alla fine dei 30 giorni di tolleranza. Tuttavia, i fondi necessari sono arrivati giovedì a Citibank, l'istituto fiduciario dell'obbligazione, in vista dello smistamento dei versamenti ai sottoscrittori, ha spiegato il Securities Times.
Il gruppo di Shenzhen, tuttavia, è appena fuori pericolo, in quanto si profilano altre cedole vicine alla conclusione del periodo di tolleranza: una da 45,2 milioni, ad esempio, scadrà il 29 ottobre e un'altra da 14,25 milioni il giorno seguente. Lo sviluppatore non è riuscito a pagare l'11 ottobre tre coupon da 148,1 milioni totali su tre obbligazioni, facendo avviare il conto alla rovescia dei 30 giorni. La società, che ha 573 milioni di dollari di interessi a maturazione entro fine anno e che nel 2022 ne dovrà affrontare ben 7,7 miliardi, sta rapidamente esaurendo la liquidità, avendo sperato di superare l'ultima crisi vendendo asset, attirando nuovi investitori e aumentando le vendite di asset: un piano che però ha mostrato finora scarsi risultati, mentre i mancati pagamenti a banche, creditori al dettaglio, appaltatori e fornitori, hanno contribuito alla sospensione di oltre la metà dei suoi 800 progetti di sviluppo in corso.
Le obbligazioni Evergrande sono scambiate a circa 20 centesimi di dollaro, mentre le azioni hanno perso i quattro quinti del loro valore quest'anno, a conferma della sfiducia degli investitori. Alla Borsa di Hong Kong, intanto, Evergrande ha guadagnato sulla notizia del pagamento della cedola il 4,26%, mentre anche le controllate Evergrande NEV (+4,66%) ed Evergrande Property Services (+1,70%) hanno registrato buoni spunti. Tuttavia, gli osservatori, in base all'esame dei fondamentali del gruppo, hanno avvertito che l'azienda è ancora in bilico: del resto, Evergrande stessa ha ripetuto anche alla Borsa di Shenzhen che il periodo di grazia di 30 giorni per gli interessi scaduti da obbligazioni in dollari a settembre/ottobre non si è ancora concluso, ribadendo gli sforzi per la vendita di asset e promettendo di fare del "suo meglio" sul fronte dei rinnovi, delle estensioni e di altri prestiti. Dal canto loro, i leader cinesi hanno insistito sul fatto che qualsiasi ricaduta finanziaria ed economica di Evergrande possa essere contenuta, ma la crisi ha suscitato una rara rabbia pubblica e scatenato proteste da parte di acquirenti di case, fornitori e investitori.

Autore: ANSA