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09/11/2021

Unicredit esce dalla Turchia

L’istituto di Piazza Gae Aulenti ha deciso di completare l’uscita da Yapi Kredi, la cui quota residua del 20% era già stata retrocessa a partecipazione finanziaria. Il 18% è stato ceduto all’ex partner Koc per 300 milioni di euro e il restante 2% è stato venduto sul mercato. Nessun impatto di rilievo su utili e Cet1. Intanto, Andrea Orcel lavora al nuovo piano e alla riorganizzazione commerciale

Unicredit lavora al piano che verrà presentato il prossimo 9 dicembre e, nel frattempo, esce dalla Turchia chiudendo così, dopo oltre 15 anni, la propria avventura sul Bosforo. Il gruppo dice addio a Yapi Kredi cedendo l'intera partecipazione pari al 20%, di cui il 18% per circa 300 milioni di euro a Koc Holding, partner fino a due anni fa nella joint venture che controllava l'istituto turco. Il restante 2% sarà venduto sul mercato. L'uscita da Yapi Kredi, derubricata ormai da tempo a puro investimento finanziario, non coglie di sorpresa. Così come era previsto - secondo precisi accordi - che qualora Unicredit avesse deciso di vendere la quota residua, Koc Holding - il più grande conglomerato industriale della Turchia - avrebbe avuto la prelazione. La dismissione di Yapi ha avuto inizio sotto la guida del precedente ceo, Jean Pierre Mustier con Unicredit che si è prima diluita al 32%, sciogliendo allo stesso tempo la Jv con Koc e poi ha venduto sul mercato il 12%, restando con il 20%, la cui attuale cessione avrà complessivamente un impatto di pochi punti base sul Cet1 ratio consolidato di UniCredit. E per l'esercizio 2021, assumendo anche altre condizioni, l'operazione genererà un impatto negativo sul conto economico consolidato di circa 1,6 miliardi di euro (sulla base dei valori al terzo trimestre 2021), derivante principalmente dalla riserva oscillazione cambi relativa alla partecipazione in Yapi, che non genera impatti sul Cet1 in quanto già attualmente rilevata. La contabilizzazione peraltro, dettaglia Bofa in un report, "per quanto ne sappiamo" non peserà "sull'utile rettificato che Unicredit utilizza come base per la remunerazione degli azionisti".
Quanto al piano, chiusa la partita sul Monte dei Paschi di Siena senza che sia andata a buon fine, Andrea Orcel è impegnato a costruire l'Unicredit del futuro. Al centro delle strategie la crescita organica e il recupero di redditività, già evidente nell'ultima trimestrale. Ma anche una maggiore semplificazione, accompagnata da una forte digitalizzazione su cui molti player del settore stanno puntando. L'ex banker di Ubs, scelto 10 mesi fa e nominato alla guida ad aprile, ha già messo mano alla struttura della banca snellendo, prima di tutto, la prima linea a 15 top manager riuniti in un Group executive committee. Ma anche ridando centralità all'Italia, dove dal 13 dicembre verrà dato corso ad una ampia riorganizzazione della rete commerciale.
 

Autore: ANSA