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ORO NERO
06/07/2021

Lo stallo Opec spinge ai massimi il greggio

Ancora non c’è accordo all’Opec+ su un eventuale aumento della produzione perché l’Arabia Saudita fa resistenza. Così le quotazioni del petrolio registrano una nuova fiammata, portandosi in direzione degli 80 dollari al barile, per poi ripiegare. Intanto negli Usa e in Europa schizza alle stelle il prezzo del carburante: in Italia siamo ai massimi dal 2018 (+16,4% dall’inizio dell’anno)

Il petrolio vola ai massimi da oltre sei anni spinto dallo stallo all'Opec+, dove un accordo sulla produzione appare lontano. Le quotazioni del greggio Wti schizzano fino a 76,98 dollari prima di ripiegare e chiudere in calo del 2,40% a 73,37 dollari, in un rallentamento che gli analisti ritengono solo fisiologico in attesa di un nuovo balzo. Avanza deciso anche il Brent, volato a 77,84 dollari prima di perdere il 2% a 75,45 dollari. A pesare sono le conseguenze di un mancato accordo all'Opec+ che fa temere una stretta nelle forniture sul mercato in un momento in cui i consumi ripartono fra il boom delle vacanze estive e l'allentamento delle restrizioni per il Covid.
All'interno del cartello dei Paesi produttori, gli Emirati Arabi Uniti premono per livelli più alti della produzione incontrando però la resistenza dell'Arabia Saudita. I tentativi di mediazione non si sono finora tradotti in risultati concreti agitando lo spettro di una guerra dei prezzi fra i produttori, con un conseguente aumento dei prezzi per i consumatori. I prezzi della benzina negli Stati Uniti sono già saliti a 3,13 dollari al gallone (un gallone sono 3,8 litri) dai 3,05 dollari del mese scorso. E la corsa sembra destinata a continuare, con un aumento di altri 10-20 centesimi entro la fine di agosto. Rincari anche in Italia, dove i prezzi della benzina sono schizzati ai massimi dal 2018, con un aumento del 16,4% dall'inizio dell'anno. 
 

Autore: ANSA