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ORO NERO
23/11/2021

Biden sfida l'Opec, ma i prezzi salgono

Il presidente americano tenta il tutto per tutto per calmierare gli aumenti alla pompa e risalire nei sondaggi: assieme India, Giappone, Corea del Sud, Cina e Gran Bretagna autorizza il rilascio di una parte delle riserve strategiche. 50 milioni di barili sono però pochi per muovere i prezzi e sul mercato il greggio torna a salire, spinto soprattutto dallo squilibrio tra domanda e offerta 

Joe Biden sfida l'Opec e ordina il ricorso alle riserve petrolifere strategiche per abbassare i prezzi della benzina e infliggere un colpo all'inflazione che galoppa e minaccia la ripresa economica. In coordinamento con India, Giappone, Corea del Sud, Cina e Gran Bretagna, il presidente americano autorizza il rilascio di 50 milioni di barili di greggio, circa 2,5 giorni di consumi americani, nel tentativo di ridurre i prezzi alla pompa e rilanciare la sua popolarità, al momento in caduta libera nei sondaggi. La mossa attesa da tempo non condiziona le quotazioni del petrolio che, dopo un iniziale calo, invertono rotta e salgono decise. A spingere è l'ammontare inferiore alle attese delle riserve rilasciate e la convinzione diffusa che se ci sarà un effetto sui prezzi sarà comunque di breve durata. Senza contare che al momento non è ancora chiaro come l'Opec+ reagirà all'iniziativa: il cartello dei Paesi produttori ha resistito alle pressioni americane di aumentare le forniture, sbattendo di fatto la porta in faccia a Biden e ribadendo la sua volontà a portare avanti il piano di aumenti graduali deciso in precedenza. Secondo alcuni osservatori, l'Opec+ non ha alcun incentivo a reagire e rispondere all'iniziativa di Biden che appare dettata prevalentemente da motivi politici.
In profonda difficoltà nei sondaggi, il presidente americano vuole infatti inviare un messaggio chiaro in vista anche delle elezioni di metà mandato del 2022. La recente corsa dell'inflazione, di cui la maggioranza degli elettori scarica la responsabilità su Biden, rischia infatti di far naufragare l'agenda economica della Casa Bianca in Congresso minando le chance dei democratici per le midterm. E così il presidente americano è passato all'attacco per cercare di "ridurre i costi per le famiglie", ha spiegato. Il caro-benzina ha iniziato a mordere i portafogli degli americani proprio ora che si avvicinano le feste di Natale e ancora prima quella del Giorno del Ringraziamento. In milioni sono attesi mettersi al volante per raggiungere amici e parenti, preferendo le quattro ruote ai mezzi pubblici più pericolosi per il Covid.
"Il caro-benzina è un problema e il rilascio delle riserve strategiche, il maggiore di sempre, aiuterà e farà la differenza", ha osservato il presidente mettendo comunque in guardia su come gli effetti non saranno dal giorno alla notte. Precisando che il balzo dei prezzi dei carburanti non è legato alle iniziative messe in campo per combattere il cambiamento climatico, quanto piuttosto a uno squilibrio fra domanda e offerta con la riapertura dell'economia, Biden ha puntato il dito contro le aziende. "I prezzi alla pompa non calano anche se quelli all'ingrosso stanno scendendo. E' inaccettabile che le aziende si mettano in tasca i guadagni" legati a questo differenziale, ha attaccato. In totale, i sei Paesi virtuosi che si sono accordati rilasceranno 65-70 milioni di barili di petrolio, più della metà dei consumi mondiali giornalieri che il Dipartimento dell'Energia americano stima in 100 milioni di barili al giorno negli ultimi tre mesi dell'anno. L'ultima volta che si era ricorso in modo coordinato alle riserve strategiche era nel 2011, quando gli Stati Uniti e altri 27 Paesi si accordarono a rilasciare 60 milioni di barili durante la guerra in Libia.
 

Autore: ANSA