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MERCATI
11/05/2021

L’allarme inflazione deprime le Borse

E’ bastato il dato sui prezzi al consumo cinesi – in rialzo, ma meno delle attese – per scatenare un’ondata di vendite che da Tokyo e Taiwan si è propagata su tutte le piazze finanziarie mondiali, con poche eccezioni. In Europa bruciati 233 miliardi di euro di capitalizzazione. Ora gli investitori guardano alle banche centrali in attesa di segnali sulla politica monetaria

Lo spettro dell'inflazione semina panico nei mercati globali, da Tokyo a Wall Street, passando per il Vecchio Continente, che in un solo giorno ha mandato in fumo 233,23 miliardi di euro di capitalizzazione. Una perdita virtuale, ovviamente, basata sul calcolo medio di quanto si sono deprezzati i titoli delle azioni quotate in Borsa. E' bastato poco per gelare gli umori che avevano portato a lenti e progressivi rialzi su tutte le piazze finanziarie, per effetto delle trimestrali e con la tenue luce apparsa in fondo al tunnel della pandemia, nonostante i numeri allarmanti ancora in arrivo dall'India. A cambiare il quadro in pochi istanti è stato il tasso d'inflazione cinese, salito in aprile dello 0,9%, meno rispetto alle stime, ma comunque ai massimi dal settembre del 2020. Più allarmante la crescita oltre le attese dei prezzi alla produzione (+6,8%), la maggiore dall'ottobre del 2017. Tokyo ha lasciato sul campo il 3,08%, Taiwan addirittura il 3,79%, mentre non ha fatto una piega Shanghai (+0,61%), la cui domanda di metalli da giorni tiene sui massimi le quotazioni del ferro e dell'acciaio, giunto a 6.069 dollari la tonnellata. Valore inferiore ai 6.080 dello scorso 5 maggio, ma comunque quasi il doppio del minimo di 3.405 dollari segnato lo scorso 26 ottobre.
Nel Vecchio Continente la piazza più colpita è stata Stoccolma (-3,15%), preceduta di poco da Londra (-2,47%). Minore il calo di Parigi (-1,86%), Francoforte (-1,82%) e Madrid (-1,72%). Milano (-1,64%) ha perso ancora meno, superata solo da Zurigo (-1,21%). In deciso calo anche New York. Poco mosso il greggio (+0,2% a 65,06 dollari al barile) in attesa delle scorte settimanali Usa. Il segno meno ha prevalso ovunque a partire dai semiconduttori, con Asm che ha ceduto quasi il 5% ed Stm il 3,37% all'indomani del crollo dell'Indice settoriale di Filadelfia (-4,7%).  Crollo di Renault (-6,44%) dopo la trimestrale di Nissan, più caute al confronto Stellantis (-2,9%) e soprattutto Volkswagen (-1,46%). Ora gli investitori guardano alle banche centrali, in attesa di dichiarazioni sulla politica monetaria. 
 

Autore: ANSA